Yemen, attentato dell’Isis alle moschee: 150 morti

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Come previsto su Notiziario Estero lo scorso 26 febbraio, l’aggressione dello Stato Islamico allo Yemen ha avuto inizio. A Sana’a, capitale yemenita, due kamikaze dell’IS si sono fatti esplodere in due moschee proprio nel giorno delle preghiera del venerdì. E il bilancio è gravissimo: 15o morti e centinaia di feriti. Tra le vittime anche lo sceicco Murtaza al-Mahturi, guida spirituale delle tribù sciite Houthi che controllano la capitale dello Yemen. E’ la prima volta che le milizie dello Stato Islamico compiono un attentato kamikaze verso i fedeli anziché soldati e avamposti militari.

Lo Yemen vive nel caos politico e religioso totale. Spaccato in due tra il nord, in mano agli sciiti, e il sud controllato dal presidente deposto Abd Rabbo Mansour Hadi, rifugiatosi ad Aden, dove sono stati registrati forti scontri tra miliziani di fazioni opposte.

Gli attentati sono stati rivendicati dallo Stato Islamico, che aggredisce dove c’è una situazione di instabilità politica. Lo Yemen da tempo stava affrontando una situazione di caos ed era prevedibile che i miliziani del fanatismo di Al Baghdadi avrebbero prima o poi tentato l’assalto.

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