L’attivismo diplomatico degli Stati si è fatto più intenso nelle ultime settimane. Putin ha proposto colloqui con l’Ucraina senza condizioni a Istanbul.
Cosa sta succedendo nel percorso diplomatico in Ucraina? Dopo un batti e ribatti durato tre anni, e diversi tentativi falliti, la Russia e l’Ucraina potrebbero tornare a sedersi a un tavolo. Vladimir Putin ha proposto il 10 maggio 2025 negoziati con Kiev da tenersi a Istanbul. La Turchia dunque diventa il mediatore dei colloqui tra Mosca-Kiev. Vediamo le cinque cosa da sapere sul percorso diplomatico in Ucraina.
- Vladimir Putin lancia la proposta di un negoziato tra Russia e Ucraina. Il luogo è Istanbul, Turchia. La data il 15 maggio 2025. Il presidente russo chiarisce però che non vuole condizioni. Putin gioca una carta con l’intento di centrare due obiettivi. Il primo è quello di mettere alle strette Volodymyr Zelensky per dimostrare che il presidente ucraino veramente voglia fare seguire alle parole di accettazione del cessate il fuoco i fatti di sedersi a un tavolo per discutere. Il secondo è quello di mostrare al mondo che anche la Russia vuole la pace. Finora gli occhi del mondo hanno visto il governo ucraino accettare la proposta Usa di cessate il fuoco , la bozza Usa del piano di pace, e quella europea per negoziare. Hanno visto la Russia che lancia droni e missili nonostante le proposte diverse di tregua. Putin cerca dunque di rovesciare la percezione che Kiev sia per la pace e la Russia sia per la guerra. E lo vuole fare ripartendo dai negoziati interrotti a marzo 2022 proprio a Istanbul un mese dopo l’invasione su larga scala dell’esercito russo all’Ucraina. Si vedrà dopo il 15 maggio se il leader russo ha davvero la volontà di mettere fine al conflitto.
- Putin lancia la proposta dopo il vertice a Kiev tra i Paesi cosiddetti volenterosi. Nella capitale ucraina sono arrivati i capi di Stato di oltre 30 Stati. In collegamento video c’erano altri rappresentanti come la premier italiana Giorgia Meloni e il segretario della Nato Mark Rutte. I quattro leader che guidano il gruppo, Macron, Zelensky, Starmer, Merz, minacciano di mettere sanzioni pesanti e massicce alla Russia che sarebbero tolte nel caso di un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni da parte del Cremlino. I “Volenterosi”, in prevalenza europei, emergono come il terzo attore nella questione ucraina. Con l’America di Donald Trump che sembra più vicina a Putin che a Zelensky, l’Europa vuole fare la sua parte di difensore dei valori occidentali e di quelli del diritto internazionale. La strada da seguire è quella di far tacere le armi. Poi si tratta sul resto, come i territori occupati per esempio.
- La proposta di Putin riporta in partita gli Stati Uniti. Donald Trump aveva anticipato che gli Usa si sarebbero ritirati da ogni mediazione a causa dello stallo del negoziato ucraino. Il presidente degli Stati Uniti è rimasto alla finestra a osservare le vicende legate alle diverse proposte diplomatiche. Dopo quella statunitense è arrivata quella del summit del’Eliseo, quella del summit di Kiev e quella di Putin (vedi punto 1). Trump con scaltrezza diplomatica ha compreso al volo la portata dell’iniziativa russa e subito dopo l’accettazione da parte di Zelensky si è riappropriato della scena annunciando che potrebbe andare a Istanbul.
- Zelensky ha accettato la proposta di Putin spiazzando prima di tutto lo stesso Putin. Il presidente russo ha sicuramente fatto un pensiero alla prospettiva di un rifiuto di Zelensky. Uno scenario che lo avrebbe facilitato per dire che il presidente ucraino non voleva la pace. In questa matassa diplomatica il leader di Kiev sembra quello che ha giocato meglio le sue carte. Ha saputo approfittare di ogni situazione rendendola a lui favorevole. Ha accettato subito la proposta americana frenando però sul riconoscimento anticipato della sovranità russa sui territori ucraini occupati. Ha accettato quelle dei volenterosi, le proposte a lui più favorevoli. Soprattutto ha accettato quella di Putin, quella dell’invasore che non dovrebbe né proporre né porre condizioni.
- La Turchia torna a essere mediatore del negoziato. Se si guarda alle esperienze passate, il presidente Recep Tayyp Erdogan non ha mai portato bene al negoziato russo-ucraino. Come detto nel marzo 2022 è fallito il primo tentativo tra russi e ucraini avvenuto a Antalya e poi Istanbul. A luglio 2022 la Turchia ha ospitato i colloqui tra russi e ucraini per la questione del commercio del grano sul Mar Nero. L’accordo ha funzionato per un anno ma a luglio 2023 la Russia ha annunciato che non lo avrebbe più rispettato. Tra il 2023 e il 2024 Erdogan ha incontrato in posti diversi Putin e Zelensky. Senza grandi risultati pur essendo apprezzabile l’impegno del leader turco a trovare la strada della pace.