Il presidente venezuelano ha compiuto in questi giorni di elezioni della Costituente il suo colpo di Stato. Dura reazione di Stati Uniti e Paesi sudamericani.
Il golpe di Nicolas Maduro in Venezuela
E’ Inutile nascondersi dietro il dito. In Venezuela, il Presidente Maduro ha messo a segno un vero e proprio golpe, degno della tradizione dei generali latinoamericani degli anni ’70.
Il Colpo di Stato di Maduro è cominciato un anno fa e tocca il suo momento più alto con la votazione per eleggere l’assemblea costituente che avrà il compito di riformare la carta costituzionale venezuelana.
Giusto o sbagliato che sia riformare la Costituzione, ciò che è in gioco è il metodo con cui si impone ai venezuelani la scelta di modificare la Carta venezuelana.
A Caracas, così come nel resto del Paese, non è più possibile manifestare la propria opposizione. Il quotidiano spagnolo El Paìs, per esempio, scrive oggi dell’arresto di due leader delle forze di opposizione a Maduro. Si tratta di Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma. Le forze di sicurezza venezuelana li hanno arrestati per istigazione alla violenza di piazza. Lopez era già agli arresti domiciliari.
Venezuela cosa succede a Caracas
Isolamento venezuelano
Intanto, Maduro canta vittoria e annuncia che le elezioni dello scorso 30 luglio per la scelta dell’Assemblea Costituente sono state un successo. Per il governo l’affluenza alle urne è stata del 41,5%. Per l’opposizione l’astensione è stata invece del 87%. Maduro parla di successo storico. Lopez invece denuncia la brutale repressione della protesta da parte delle forze di governo.
Gli Stati Uniti non riconosceranno le elezioni. Inoltre, Washington ha deciso che imporrà sanzioni a Caracas. Trump ha vietato agli americani di fare qualunque affare con Maduro. Oltre agli Usa anche Argentina, Cile, Messico, Colombia e Perù denunciano le elezioni.
Assemblea Costituente
Senza mezzi termini, Maduro ha detto che l’Assemblea Costituente servirà per prendere misure contro il Parlamento. L’immunità dei parlamentari sarà sospesa. Ma l’assemblea costituente servirà anche a prendere provvedimenti contro la procuratrice generale, Luisa Ortega Dìaz invisa al regime, contro i dirigenti dell’opposizione la stampa.
In particolare, è la Dìaz il bersaglio di Maduro dopo gli arresti dei leader dell’opposizione. In una conferenza stampa, il procuratore Dìaz ha definito le elezioni per la Costituente uno schiaffo alla sovranità popolare. E ha invitato i venezuelani a disconoscere l’origine e il risultato della Costituente contro le ambizioni di un piccolo gruppo che vuole prendere il potere assoluto.
Nella repressione del 30 luglio contro i manifestanti sono ufficialmente 14 i morti, tra cui una ragazza di 15 anni.
La manovra della discordia di Maduro
Italia
Sulla questione interviene anche il premier italiano Paolo Gentiloni. “In Venezuela c’è una situazione al limite della guerra civile e di un regime dittatoriale. Una realtà che non riconosceremo: non riconosceremo l’assemblea costituente voluta da Maduro”. Lo spiega Gentiloni in un’intervista al Tg5. “Ricordiamo che ci sono 130mila italo venezuelani in condizioni molto precarie. Ci muoviamo dunque sul piano diplomatico e su quello della difesa dei nostri connazionali”, aggiunge.