I raid di Israele colpiscono infrastrutture nella capitale dello Yemen Sana’a. L’attacco israeliano è la risposta a quello degli Houthi del 22 agosto. Israele in cerca di un pretesto per riaprire la guerra con l’Iran?
Non solo Gaza e Iran. Il terzo fronte israeliano è lo Yemen. Da anni c’è uno stato di guerra permanente tra i ribelli Houthi, sciiti filo-iraniani che controllano parte dello Stato arabo, e Israele.
L’esercito di Tel Aviv ha colpito infrastrutture militari degli Houthi in Yemen nella giornata del 24 agosto. Sono circa 50 i siti colpiti secondo l’emittente saudita Al Arabya e almeno due i morti e 35 i feriti.
I raid israeliani hanno preso di mira la capitale yemenita Sana’a, controllata dal movimento sciita. Nel mirino delle forze armate israeliane c’è stato un sito militare, due centrali elettriche (quella di Asar e di Hizyaz), e un deposito di carburante. L’intelligence israeliana sostiene che queste infrastrutture erano usate per le attività terroristiche degli Houthi.
L’esercito israeliano ha giustificato i raid come una rappresaglia dopo l’attacco lanciato dagli Houthi lo scorso 22 agosto. L’aeronautica militare di Israele ha denunciato, dopo un’indagine, che i ribelli yemeniti hanno tirato un drone e un missile balistico a grappolo. Una di queste ha colpito il cortile di una casa nella città di Ginaton, nel centro di Israele, causando danni materiali.
Lo stato maggiore israeliano ha anche fatto notare come l’Iran abbia usato missili a grappolo durante la guerra dei 12 giorni tra Teheran e Tel Aviv. Inoltre, sempre per i militari israeliani, l’utilizzo di queste strutture è la prova di come l’Iran stia continuando a finanziare gli Houthi per danneggiare Israele e i suoi alleati. Benjamin Netanyahu è in cerca di un ulteriore pretesto per riaprire la partita iraniana?
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