Ucraina: cos’è successo ai vertici di Bruxelles

La profezia di Solzhenitsyn e i Paesi occidentali al bivio. Piena unità nella Nato, nell’Unione Europea e nel G7.

L’atteso vertice straordinario Nato di Bruxelles si è chiuso mandando alla Russia un segnale di compattezza e unità tra i suoi membri. Se Vladimir Putin calcolava che l’operazione militare in Ucraina avrebbe spaccato l’Alleanza Atlantica si sbagliava.

La Nato ha valutato opportuno stabilire che saranno prese misure nel caso in cui la Russia utilizzi armi chimiche in Ucraina. Al riguardo, l’Alleanza potenzierà i suoi sistemi di difesa biologica, chimica e naturale.

Joe Biden, che ha partecipato al vertice, ha detto che gli Stati Uniti risponderanno all’impiego di armi chimiche, chiarendo però che la risposta dipenderà dalla situazione. Il premier britannico Boris Johnson ha espresso la stessa posizione. Biden ha anche proposto di espellere la Russia dal G20, ma alcuni Paesi non sono d’accordo, come l’Indonesia.

Jens Stoltenberg ha dichiarato, dopo il vertice di Bruxelles, che la Nato è più unita che mai. Tutti i Paesi membri sono d’accordo nel fornire più armi all’Ucraina. La questione su tavolo è quella di capire se la fornitura deve riguardare solo armi difensive, come missili anti carro e sistemi anti missilistici, o includere anche quelle offensive, come gli aerei. Piena condivisione sugli aiuti finanziari e umanitari.

Cresce la tensione tra Nato, Russia e Polonia

La giornata di Bruxelles non è stata solo vertice straordinario della Nato. I leader degli Stati occidentali si sono anche confrontati nel G7 e nel vertice dell’Unione Europea. In videocollegamento ha partecipato anche il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Per la prima volta nella storia un presidente americano ha preso parte a un summit dell’Ue. Zelensky ha chiesto alla Nato più armi durante un video collegamento con il G7. Il leader ucraino ha aggiunto che la minaccia di armi chimiche da parte dei russi è reale, ricordando l’uso di bombe al fosforo in alcune zone ucraine. Il G7 e l’Unione Europea si sono detti pronti a prendere ulteriori sanzioni.

Tuttavia qualcosa scricchiola in casa Europa. L’unità sbandierata a Bruxelles non è così salda. Alcuni Paesi sono poco  convinti delle sanzioni. Soprattutto quelli che dipendono in maniera preponderante da gas e petrolio russo.

Vladimir Putin sembra avere sbagliato i suoi conti. Quello che è emerso dai vertici Nato e europeo di Bruxelles è una rinnovata unità tra i suoi membri. L’invasione dell’Ucraina ha unito i “nemici” di Putin più che dividerli. La Cina sembra ogni giorno prendere gradualmente le distanze dallo zar russo, nonostante Pechino ci tenga a mantenere un rispettoso distacco anche dall’Occidente. Ultimo esempio è stata l’astensione dei cinesi all’Assemblea Generale dell’Onu dove è stata votata una risoluzione umanitaria presentata dai Paesi occidentali e la cessazione delle ostilità da parte russa. Aleksandr Solzhenitsyn, il grande scrittore autore di Arcipelago Gulag, aveva scritto cinquant’anni fa che “con l’Ucraina le cose andranno in maniera molto dolorosa”. La sua profezia si è avverata. Tocca al mondo libero impedire che il dolore si aggravi.

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