Turchia e Armenia tornano a dialogare

Verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali tra Turchia e Armenia. I due paesi fanno un passo per tornare a dialogare.

Ankara e Erevan potrebbero tornare a normalizzare le loro relazioni bilaterali. Agenzie di stampa internazionali e media parlano di un ritorno al dialogo tra Turchia e Armenia. La questione del massacro armeno da parte dei turchi nel 1915 e il supporto turco all’Azerbaijan nella recente ripresa della crisi sul Nagorno-Karabakh, non hanno allontanato del tutto i due Stati.

Il governo armeno e quello turco hanno reso noto che stanno valutando lo scambio di rappresentanti speciali. Non siamo ancora al livello di ambasciatori veri e propri, ma il segnale di una buona volontà a riavviare il dialogo c’è tutto. D’altronde, la Turchia ha riconosciuto l’Armenia fin dal 1991, poco dopo che quest’ultima ha ottenuto l’indipendenza dalla Russia. Nel 1993 le relazioni sono però già congelate. La Turchia chiude in quell’anno la sua frontiera comune con l’Armenia. Le difficoltà sono legate a una serie di circostanze. Tra queste, appunto, le già citate questioni del Nagorno Karabakh e del rifiuto turco di riconoscere il massacro del 1915 come genocidio.

Su quest’ultimo punto si è aperta una delle fratture più grandi tra Turchia e resto del mondo. Il governo di Ankara ha sempre preso le distanze e presentato note di protesta nei confronti di chi ha definito i fatti del 1915 come genocidio. Da ultimo è successo con il presidente Joe Biden, che lo scorso 24 aprile ha giustappunto riconosciuto come genocidio il massacro armeno.

L’Armenia ha anche introdotto dall’inizio del 2021 il divieto di importazione di merci dalla Turchia. Ciò è dovuto a una norma della Comunità Economica Euroasiatica, alla quale appartiene l’Armenia. Secondo questa regola, l’embargo commerciale può durare sei mesi, con possibilità di rinnovo di altri sei. E l’Armenia ha deciso a metà anno di prorogarlo.

Adesso la notizia di un riavvicinamento tra Turchia e Armenia è un buon auspicio per la stabilità della regione e per superare la spinosa questione della zona contesa del Nagorno Karabakh. Infine, forse i tempi sono maturi perché i turchi superino il taboo di considerare come genocidio i fatti del 1915.

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