Cosa si sono detti Trump e Putin nel colloquio telefonico? Cos’hanno concordato Trump e Zelensky? Come capire gli ultimi aggiornamenti sull’Ucraina.
Colloquio telefonico tra Donald Trump e Vladimir Putin. Incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca. La guerra ucraina torna in primo piano dopo il cessate il fuoco a Gaza e le speranze di pace in Medio Oriente.
Cos’è successo: il 16 ottobre Trump e Putin hanno avuto un colloquio telefonico. Nelle settimane precedenti, il presidente degli Stati Uniti ha annunciato la consegna dei missili Tomahawk all’esercito ucraino. Secondo Zelensky, come ha spiegato al Magazine Usa Axios, la fornitura di missili che possono colpire dentro la Russia è una minaccia per Mosca tanto da spingere Putin a cercare un dialogo con gli Stati Uniti.
Cosa si sono detti Trump e Putin: i due presidenti hanno parlato di un possibile percorso per mettere fine al conflitto.
- Il primo step prevede un incontro tra delegazioni di alto livello di Russia e Stati Uniti. Washington ha già fatto il nome del segretario di Stato Marco Rubio a conferma del livello alto della delegazione.
- Il secondo step è un summit tra Trump e Putin a Budapest. Qui discuteranno di come mettere fine al conflitto.
- Putin ha reso noto che la consegna dei missili Tomahawk a kiev metterebbe a serio rischio la relazione tra Stati Uniti e Russia.
- Trump ha espresso ottimismo. Tanto che dopo il colloquio con Putin ha fatto retromarcia sulla consegna del missili Tomahawk.
Cosa sono i Tomahawk: il vero nome è BGM-109 Tomahawk ed è un missile da crociera subsonico a lungo raggio. Si tratta di un’arma che può volare a bassa quota per evitare le intercettazioni dei radar. Viaggia a 800 km orari e si dirige sull’obiettivo guidato da un radar altimetro che gli fa seguire una traiettoria computerizzata. Il Tomahawk è lungo 5,56 metri, ha un’apertura alare di 2,67 metri e un diametro di 52 cm. Pesa circa 1300 kg. Oltre agli Stati Uniti, anche Regno Unito, Paesi Bassi e Australia possiedono i Tomahawk.
Il dubbio sulla retromarcia di Trump sui Tomahawk: nel giro di pochi giorni il presidente Usa è passato dalla minaccia dei potenti missili Tomahawk alla retromarcia subito dopo aver sentito Putin. Perché Trump ha cambiato così velocemente la sua posizione? Strategia diplomatica? Ha convinto Putin a negoziare sospendendo la consegna dei missili? Oppure Putin manovra Trump come un burattino e fa quel che vuole come ha dimostrato nel summit di Anchorage in Alaska? Domande che avranno una risposta dopo il summit di Budapest.
Da Putin a Zelensky, Trump fa il mediatore: dopo il colloquio con Putin, il presidente degli Stati Uniti ha incontrato alla Casa Bianca il presidente ucraino Zelensky, accompagnato da una delegazione governativa. I due capi di Stato hanno affrontato i punti seguenti:
- Zelensky ha ribadito la sua convinzione che la minaccia dei Tomahawk può convincere Putin a trattare per il cessate il fuoco.
- Il presidente ucraino ha proposto a quello americano di fornire agli Usa i droni ucraini in cambio dei Tomahawk statunitensi. Trump sostiene da sempre di avere i droni ucraini. Tuttavia, ha fatto intendere che i Tomahawk non saranno consegnati perché servono per la sicurezza Usa.
- Trump ha riconosciuto che i Tomahawk in Ucraina sono armi molto pericolose. Possono convincere Putin a dialogare. Ma possono anche generare un’escalation.
- Il capo di Stato Usa è convinto che la pace in Ucraina possa arrivare in fretta. Prima, scrive, del suo incontro con il presidente cinese fissato per la fine del mese.
Gli ucraini rimangono sempre scettici sul fatto che Putin voglia davvero cercare la pace.



