Thailandia e Cambogia: una rivalità lunga decenni

Scontri armati tra Thailandia e Cambogia. Artiglieria pesante e raid aerei segnano un’escalation senza precedenti. Le versioni dei due governi si contraddicono. Una rivalità lunga decenni.

Prosegue per il secondo giorno consecutivo il conflitto armato tra Thailandia e Cambogia lungo il conteso confine orientale, con scontri che hanno coinvolto artiglieria pesante, sistemi missilistici e forze aeree. Dalle prime ore del 25 luglio, colpi di cannone sono stati scambiati nelle province thailandesi di Ubon Ratchathani e Surin, provocando la morte di almeno 12 civili e un militare, secondo fonti ufficiali thailandesi.

La Cambogia avrebbe impiegato lanciarazzi multipli BM-21 di fabbricazione russa, colpendo anche una stazione di rifornimento sul lato thailandese. In risposta, sei caccia F-16 sono stati inviati da Bangkok oltre il confine per colpire obiettivi militari, ma Phnom Penh sostiene di averne abbattuti due, circostanza negata dalla Thailandia.

Secondo l’esercito di Bangkok, la scintilla del conflitto sarebbe stata l’infiltrazione di sei soldati cambogiani – uno dei quali armato con un lanciarazzi – che non avrebbero rispettato l’alt intimato dalle guardie di frontiera thailandesi, aprendo invece il fuoco. Phnom Penh offre una versione opposta: l’intervento cambogiano sarebbe stato una legittima risposta difensiva a una “provocazione armata e ingiustificata” delle truppe thailandesi.

Evacuazioni di massa e rischio escalation

Le autorità thailandesi hanno evacuato circa 100 mila persone dalle aree interessate, nel timore di una possibile escalation del conflitto. Le operazioni militari continuano anche oggi, rendendo difficile l’accesso umanitario e la protezione dei civili.

Gli scontri attuali non sono un evento isolato. I primi segnali di rinnovata tensione si erano già manifestati alla fine di maggio, con un breve ma letale scontro a fuoco nella zona del cosiddetto Triangolo dello smeraldo – il punto di confine tra Thailandia, Cambogia e Laos – dove un soldato cambogiano rimase ucciso.

Una rivalità lunga decenni

La crisi odierna affonda le radici in una storica rivalità territoriale. Thailandia e Cambogia si contendono da decenni numerose porzioni di confine mal delimitato, in particolare l’area attorno al tempio di Preah Vihear, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO ma rivendicato da entrambi i Paesi. La Corte Internazionale di Giustizia ha più volte cercato di risolvere la disputa, ma le sentenze non hanno mai portato a una normalizzazione duratura.

Oltre ai motivi territoriali, la diffidenza tra i due governi è alimentata da fattori politici interni e dall’influenza delle rispettive forze armate. Episodi di tensione e scambi di colpi non sono rari, ma l’intensità degli scontri attuali – con il coinvolgimento dell’aviazione e l’elevato numero di sfollati – rappresenta una delle crisi più gravi degli ultimi anni.

Prospettive incerte

Mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione, né Bangkok né Phnom Penh sembrano intenzionate a un’immediata de-escalation. Gli appelli alla calma, giunti da ASEAN e ONU, non hanno ancora avuto effetti concreti. L’eventualità di una guerra aperta, seppur ancora improbabile, non può più essere esclusa.

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