Storico accordo di pace tra Armenia e Azerbaigian

Accordo di pace tra Armenia e Azerbaigian
Foto: Civil Georgia, via Social Media

Intesa mediata dagli Stati Uniti mette fine a quasi quarant’anni di conflitto nel Nagorno-Karabakh. Prevista l’apertura di un corridoio strategico tra Azerbaigian e Nakhchivan, con diritti di sviluppo in mano a Washington.

Alla Casa Bianca nasce la “Trump Route”. Venerdì 8 agosto, i leader di Armenia e Azerbaigian hanno firmato uno storico accordo di pace, ponendo fine a decenni di conflitto nel Nagorno-Karabakh. L’intesa, mediata dagli Stati Uniti, prevede la riapertura di importanti rotte di trasporto e sancisce un nuovo equilibrio geopolitico nel Caucaso meridionale, a scapito dell’influenza russa nella regione.

Il patto comprende la creazione di un corridoio di transito che collegherà l’Azerbaigian alla sua exclave di Nakhchivan, passando per un tratto di territorio armeno. Gli Stati Uniti deterranno i diritti di sviluppo di questa infrastruttura, destinata a includere in futuro una linea ferroviaria, oleodotti, gasdotti e cavi in fibra ottica. Il corridoio è stato battezzato “Trump Route for International Peace and Prosperity”, su proposta armena.

«È un grande onore per me», ha commentato Donald Trump, presente alla firma insieme al presidente azero Ilham Aliyev e al primo ministro armeno Nikol Pashinyan, con cui ha stretto le mani in segno di riconciliazione.

Oltre all’accordo principale, Armenia e Azerbaigian hanno siglato intese bilaterali con gli Stati Uniti per rafforzare la cooperazione in settori chiave come energia, tecnologia ed economia.

L’intesa è stata accolta positivamente a livello internazionale. Il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha elogiato il “coraggio” delle parti coinvolte, mentre i vertici dell’Unione Europea, Ursula von der Leyen e António Costa, hanno auspicato una rapida attuazione per giungere a una “normalizzazione completa”.

Non sono mancate reazioni critiche: l’Iran, pur accogliendo con favore la fine del conflitto, ha messo in guardia contro l’intervento di potenze straniere e si è detto contrario alla creazione del corridoio.

Il conflitto tra Armenia e Azerbaigian per il controllo del Nagorno-Karabakh, iniziato durante il periodo sovietico, ha causato decine di migliaia di morti e numerosi scontri armati. Nel 2023, Baku ha ripreso il controllo dell’intera regione, aprendo la strada ai negoziati di pace.

Trump, che mira a consolidare la propria immagine di mediatore internazionale e ha espresso ambizioni per il Premio Nobel per la Pace, ha definito l’accordo «un miracolo in sei mesi» e si è detto “molto fiducioso” sulla sua durata. Per l’Azerbaigian, il corridoio rappresenta anche un collegamento diretto con la Turchia e, da lì, con l’Europa.

Con questo accordo, due ex repubbliche sovietiche voltano pagina, e gli Stati Uniti rafforzano la propria presenza strategica in un’area finora sotto l’ombrello di Mosca.

Le origini del conflitto tra Armenia e Azerbaigian sul Nagorno-Karaback

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