Scontro tra Putin e Gref: difficoltà per l’economia in Russia

Il conflitto tra Putin e il CEO di Sberbank, German Gref, evidenzia la crescente crisi economica russa, con una stagnazione che rischia di trasformarsi in recessione.

Un acceso scontro tra il presidente russo Vladimir Putin e German Gref, CEO di Sberbank, ha messo in luce le difficoltà crescenti che il capo del Cremlino sta affrontando nel gestire l’economia del paese.

La Sberbank è tra le più grandi banche pubbliche russe. Ha sede a Mosca ed è controllata dal governo russo. Dall’aggressione all’Ucraina del 2022, la Sberbank è stata destinataria di sanzioni da Ue e Stati Uniti ed è esclusa da operazioni nell’Unione Europea.

La divergenza tra i due leader mostra un divario sempre più profondo. Emerge un quadro preoccupante per la Russia, che rischia di entrare in una recessione tecnica a causa delle sanzioni, dei costi della guerra e della stagnazione economica.

Lo scontro tra Putin e Gref: divergenze sull’economia russa

Lo scorso 5 settembre, al Forum Economico Orientale, Gref ha dichiarato che la crescita del PIL russo si è quasi azzerata nei mesi di luglio e agosto, con un rallentamento che segue una significativa flessione nel trimestre aprile-giugno. Gref ha parlato di “stagflazione tecnica”, sottolineando come la Russia stia affrontando una crisi economica che minaccia la stabilità del paese. Tuttavia, Putin ha cercato di minimizzare la situazione, affermando che il rallentamento era solo una “correzione morbida” per stabilizzare i prezzi.

L’uscita di Gref, uno dei principali esperti economici russi, ha innescato una reazione decisa da parte di Putin, che ha difeso l’operato del governo, sostenendo che i prestiti continuano e che l’economia non è in stagnazione, ma solo in fase di “adattamento”. Ma le parole di Gref, sebbene misurate, evidenziano le difficoltà del presidente nel gestire una crisi che coinvolge non solo il settore bancario, ma tutta l’economia nazionale.

La crisi economica russa: stagnazione e recessione in vista

I dati economici confermano la gravità della situazione: la crescita del PIL è scesa all’1,1% nel secondo trimestre del 2025, un forte calo rispetto agli anni precedenti. Le previsioni più pessimistiche parlano di una recessione tecnica, come affermato da Ivan Us, esperto dell’United Ukraine Analytical Center, il quale ha sottolineato che il paese ha già raggiunto un punto di stagnazione. Il settore civile è in forte difficoltà, con manodopera e capitale sottratti all’economia per sostenere lo sforzo bellico.

Il deficit in crescita e la difficoltà di coprirlo

Uno dei problemi più gravi che Putin si trova ad affrontare è il crescente deficit di bilancio, che ha raggiunto i 4,19 trilioni di rubli (49,4 miliardi di dollari) alla fine di agosto. Questo dato supera di gran lunga l’obiettivo annuale del governo e riflette la pressione economica a cui è sottoposto il paese. Le sanzioni, la caduta dei prezzi del petrolio e l’indebolimento del rublo hanno ulteriormente aggravato la situazione, limitando le fonti di reddito per il governo.

In risposta alla crisi, il governo russo sta valutando aumenti delle imposte, ma questo potrebbe avere effetti controproducenti, aggravando ulteriormente l’inflazione, che è già al 8,1%, ben oltre l’obiettivo fissato dalla Banca Centrale. La tensione tra la necessità di ridurre il deficit e il rischio di alimentare l’inflazione mette in evidenza la difficoltà del governo nel trovare soluzioni efficaci.

Le sfide per la Banca Centrale e la gestione dell’inflazione

Un altro tema centrale è l’inflazione, che rimane fuori controllo, con livelli molto superiori a quelli desiderati dalla Banca Centrale. Sebbene la Banca Centrale abbia ridotto il tasso di interesse di riferimento, Gref ha dichiarato che il tasso dovrebbe scendere ulteriormente per stimolare la ripresa economica. Tuttavia, la governatrice Nabiullina ha avvertito che un abbassamento troppo rapido dei tassi rischia di far salire ancora di più i prezzi.

Il futuro economico della Russia: le difficoltà di Putin

Lo scontro tra Putin e Gref evidenzia la difficoltà del presidente russo nel confrontarsi con una realtà economica sempre più complessa. La guerra in Ucraina, se da un lato è una priorità politica per il Cremlino, dall’altro sta drenando risorse vitali per l’economia, con effetti devastanti sul lungo periodo. Il paese è ormai in una fase di stagnazione, e le previsioni parlano di un futuro difficile, caratterizzato da recessione, inflazione e difficoltà a mantenere il controllo sul bilancio nazionale.

Una Russia in difficoltà economica

In sintesi, lo scontro pubblico tra Putin e Gref non è solo un episodio isolato, ma rappresenta il riflesso di una realtà economica in rapido deterioramento. Con un deficit crescente, un’inflazione fuori controllo e una guerra che continua a pesare sulle finanze statali, la Russia è a un bivio. La leadership russa sembra non rendersi conto appieno delle sfide economiche che il paese deve affrontare, e questo divario tra politica ed economia potrebbe rivelarsi fatale per la stabilità futura del paese.

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