Regno Unito: si valuta un aumento oltre i 67 anni dell’età pensionabile

Il governo britannico avvia una revisione obbligatoria dell’età pensionabile e rilancia la Pensions Commission per studiare anche i contributi versati dai lavoratori.

Il Regno Unito riapre il dossier sull’età pensionabile. Il segretario al Lavoro e alle Pensioni, Liz Kendall, ha annunciato l’avvio di una nuova revisione governativa destinata a valutare se sia necessario aumentare ulteriormente l’età per accedere alla pensione statale, attualmente fissata a 66 anni. Parallelamente, verrà rilanciata la Pensions Commission, che analizzerà anche il livello dei contributi versati dai lavoratori per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale.

L’ultimo governo conservatore aveva già stabilito nel 2023 che l’età pensionabile sarebbe salita a 67 anni gradualmente tra il 2026 e il 2028. Era previsto inoltre un riesame entro due anni dalle elezioni – tenutesi nel 2024 – per valutare l’opportunità di portarla a 68 anni. Ora, con il nuovo esecutivo, si apre ufficialmente questa fase di analisi.

Secondo quanto stabilito dalla legge del 2014, il governo britannico deve condurre una revisione ogni sei anni, prendendo in considerazione fattori demografici, economici e l’aspettativa di vita della popolazione. Un passaggio chiave per i conti pubblici: la spesa per le pensioni rappresenta una voce consistente nel bilancio dello Stato e un eventuale aumento dell’età pensionabile potrebbe alleggerire il peso sul lungo periodo.

«Insieme alla riattivazione della Pensions Commission, annuncio anche l’avvio della prossima revisione obbligatoria dell’età pensionabile», ha dichiarato Liz Kendall. L’obiettivo, ha spiegato, è garantire che il sistema resti equo, sostenibile e adeguato alle sfide del futuro.

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