Putin riconosce che ci sono stati errori

Dopo critiche diffuse e arresti di massa, Putin fa il suo primo riconoscimento pubblico sugli errori legati alla mobilitazione.

Il presidente Vladimir Putin ha affermato che “tutti gli errori” commessi nella convocazione per rafforzare l’operazione militare russa in Ucraina dovrebbero essere corretti. E’ il suo primo riconoscimento pubblico del fatto che la “mobilitazione parziale”  non è andata bene. Lo riporta Al Jazeera sul suo sito.

Ci sono state diffuse manifestazioni pubbliche di malcontento da parte di funzionari e cittadini per il modo in cui è stata gestita la mobilitazione, comprese le lamentele sugli agenti di arruolamento che inviavano documenti di convocazione a uomini chiaramente non idonei.

Migliaia di uomini sono fuggiti dalla Russia per evitare una leva che è stata annunciata come l’arruolamento di persone con esperienza militare e specializzazioni specifiche, ma che spesso è apparsa ignara dei precedenti di servizio, della salute, dello stato degli studenti o persino dell’età delle persone.

Secondo l’organizzazione OVD-Info, più di 2.400 persone sono state arrestate anche in occasione di proteste contro la guerra non autorizzate in più di 30 paesi e città, e ad alcune di loro sono stati prontamente consegnati i documenti di convocazione, cosa che secondo il Cremlino era perfettamente legale .

“Nel corso di questa mobilitazione, emergono molte domande e tutti gli errori devono essere corretti e impedire che si ripetano in futuro”, ha affermato Putin.

“Penso ad esempio ai padri di tanti bambini, o alle persone che soffrono di malattie croniche, o a chi ha già superato l’età della leva”.

Qualche giorno prima, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha riconosciuto che alcune convocazioni erano state emesse per errore, affermando che gli errori venivano corretti dai governatori regionali e dal ministero della Difesa.

Putin in particolare si è astenuto dall’attribuire la colpa per gli errori al ministero, guidato dal suo stretto alleato ministro della Difesa Sergei Shoigu, o ai funzionari regionali incaricati di decidere con precisione a chi dovrebbero andare i documenti di convocazione.

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