L’Economist pubblica questa settimana un articolo in cui scrive che Vladimir Putin aumenta la repressione quando percepisce la perdita di consenso. Il riferimento dell’autorevole magazine britannico è al pugno duro usato dalla polizia russa durante la manifestazione di Mosca dello scorso 21 aprile. Erano decine di migliaia i giovani che hanno marciato pacificamente nel centro della capitale russa. Chiedevano la liberazione di Alexej Navalny, il leader dell’opposizione arrestato dalle autorità russe. I manifestanti definivano il presidente come killer. Secondo l’Economist è un trend consolidato in Russia: ogni volta che si presentano minacce al consenso e supporto dei cittadini, la repressione si fa più dura. Putin, scrive l’Economist, ha un solo obiettivo: la sua sopravvivenza.