Tra Iran e Israele è sempre più caos. Donald Trump getta benzina sul fuoco minacciando guerra a Teheran. Mosca vede rischi di guerra nucleare
La notizia la rilancia il sito americano Axios, di solito ben informato sull’Amministrazione statunitense. Donald Trump ha intenzione di entrare in guerra e ha riunito i suuoi consiglieri della Situation Room.
Perché Trump minaccia di entrare in guerra con l’Iran?
Soprattutto perchè proprio ora che sembra quasi certa la supremazia israeliana? La guida suprema Ali Khamenei è in un bunker segreto, ma il presidente Usa ha gridato al mondo di sapere dove si trova. Vladimir Putin, che fino a ieri aveva dato la sua disponibilità a mediare tra Israele e Iran, ora vede i rischi di una guerra nucleare se gli Usa entrano in Iran.
Trump non vuole rimanere alla finestra. Finora la scena mediorientale è stata catturata da Israele. Gli Stati Uniti sembrano una figura marginale e Trump uno qualunque che ogni tanto fa sentire la propria voce. Ci voleva una dichiarazione forte. Quindi cosa c’è di meglio che minacciare una guerra?
In cerca del potere contrattuale
Ma il presidente degli Stati Uniti sicuramente non vuole rimanere in secondo piano e senza potere contrattuale in eventuali trattative per il dopo Khamenei (se davvero ci sarà). In questa eventualità in Iran si giocherà un’altra delle tante partite geopolitiche e di equilibrio di potenze. C’è il petrolio del quale il Paese degli Ayatollah è ricco. La corsa sarà quella di mettere le mani sulle risorse naturali. Un bottino troppo ricco per restarne fuori.
Netanyahu cuole uccidere Khamenei
Trump però non ha fatto i conti con l’amico-nemico Vladimir Putin. Il leader russo ha costruito per anni la trilaterale con Iran e Cina. Ci ha anche aggiunto la variante turca a seconda dei casi. E proprio il presidente della Turchia Recep Tayyp Erdogan ha puntato il dito contro Israele definendo lo Stato ebraico a guida Netanyahu è la peggior minaccia per la regione mediorientale.
La coltellata alla schiena
Parafrasando un grande presidente americano come Franklin Delano Roosevelt, Donald Trump tira una coltellata alla schiena a un uomo morente. Roosevelt si riferiva a Benito Mussolini dopo la sua decisione di entrare in guerra contro la Francia, ormai quasi occupata dai tedeschi, nel giugno 1940. Su Trump potremmo dire la stessa cosa con l’unica differenza che l’Iran non è ancora morente. E con la precisazione che nessuno intende equiparare Trump a Mussolini.
Per ora il presidente degli Stati Uniti ha chiesto all’Iran la resa incondizionata. Ma Teheran, secondo il capo dello stato maggiore iraniano, prepara un grande attacco, minacciando di colpire anche le basi militari americane.
Per approfondire:
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