Le aree occupate del Donbass hanno indetto il referendum per l’adesione alla Russia il 23 e 27 settembre. E’ la risposta di Mosca alla controffensiva ucraina che nell’ultima settimana ha messo a dura prova l’esercito di Vladimir Putin.
Donetsk e Lugansk, le due zone separatiste filo-russe, avevano chiesto l’indizione di un referendum il prima possibile. Anche nella regione di Kherson, nelle aree occupate dai russi, è stato indetto il referendum, mentre a Zaporizhia si sta valutando.
Perché Putin ha fretta di indire i referendum di annessione delle zone del Donbass alla Russia? Con l’annessione dei territori attualmente occupati diventerebbero parti dello Stato russo a tutti gli effetti. Quindi qualunque azione ucraina sarebbe una violazione di uno Stato sovrano. Con il rischio della beffa per Kiev di passare da aggredito ad aggressore. Inoltre, per Putin sarebbe un boccone comunicativo eccezionale sul fronte interno per dimostrare che “l’operazione militare speciale” avviata il 24 febbraio dà in realta i suoi frutti. Infine, Putin potrebbe chiedere l’apertura di un negoziato internazionale in cui si siederebbe al tavolo insieme a altri leader. Una cosa è certa: Putin è in crisi e sta affrontando difficoltà enormi sul piano interno. Questa dei referendum potrebbe offrirgli una via d’uscita preservando il prestigio interno e riaprendo il dialogo internazionale.
La crisi in Ucraina è la più pericolosa crisi internazionale dopo la crisi di Cuba del 1962. A prescindere dalle ragioni che hanno motivato l’intervento russo in Ucraina i referendum di cui si parla nell’articolo non risolverebbero la questione perché non sarebbero riconosciuti dalla Comunità internazionale. E’ ora indispensabile che si avvii una nuova mediazione realmente imparziale basata sui seguenti punti: restituzione al governo di Kiev degli oblast di Kherson e Zaporizhia, referendum di autodeterminazione gestiti dall’ONU per Crimea e Donbass, neutralità permanente per l’Ucraina, garantita da forti truppe ONU e di paesi neutrali. Si potrà ristabilire l’equilibrio fra le potenze, e quindi la pace, solo attraverso reciproche, equilibrate concessioni.
23/9/2022
Nearco 7
La crisi ucraina è peggiore di quella di Cuba perché allora non c’era un conflitto armato come oggi. Piena condivisione delle proposte di referendum da lei riportate, potrebbero essere la strada giusta.