Nigeria: scontri a Abuja con i sostenitori di Nnamdi Kanu

La polizia nigeriana disperde con la forza i manifestanti che chiedono la liberazione del leader separatista detenuto dal 2021.

Tensione alta ad Abuja, capitale della Nigeria, dove la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere un gruppo di manifestanti riunitisi pacificamente per chiedere la liberazione immediata di Nnamdi Kanu, leader del movimento separatista Indigenous People of Biafra(Ipob).

La protesta, guidata dall’attivista e giornalista Omoyele Sowore, ha avuto luogo nelle prime ore del mattino. Secondo testimoni oculari, le forze dell’ordine hanno lanciato diversi candelotti di gas lacrimogeno contro i presenti, che avevano iniziato a radunarsi già dalle 07:00 locali.

La polizia ha inoltre bloccato numerose strade principali della capitale, provocando forti disagi alla circolazione e confusione in diverse aree della città.

Attraverso un post su X (ex Twitter), Sowore ha denunciato anche l’arresto di diversi partecipanti, tra cui membri della famiglia di Kanu e parte del suo team legale. Le autorità, al momento, non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito agli arresti.

Nnamdi Kanu, cittadino britannico oltre che nigeriano, è in carcere dal 2021 con l’accusa di terrorismo. È una figura carismatica e controversa: amato e venerato da molti nel sud-est della Nigeria, dove il movimento separatista Ipob è particolarmente radicato, è invece considerato una minaccia dall’establishment nigeriano.

Ipob, organizzazione bandita dal governo federale, rivendica l’indipendenza della regione sud-orientale della Nigeria, che identifica come la storica Biafra. Il movimento affonda le sue radici nelle ferite ancora aperte della guerra del Biafra (1967-1970), un conflitto sanguinoso che ha lasciato profonde divisioni nel Paese.

Kanu ha sempre negato le accuse a suo carico, sostenendo di essere perseguitato per motivi politici e di voler semplicemente dare voce a un popolo che si sente marginalizzato.

Il trattamento riservato a Kanu e la repressione delle proteste rischiano ora di riaccendere le tensioni etniche e politiche in una Nigeria già segnata da profonde spaccature.

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