Torna la crisi per il Nagorno-Karabakh. Conflitto di frontiera tra Armenia e Azerbaijan.
Nella notte del 5 aprile, forze armate armene hanno attaccato veicoli militari e civili nel villaggio azero di Berkaber. Le provocazioni armene sono finite solamente all’arrivo del fuoco di risposta.
La catena di violenze lungo il confine dei due stati è continuata nell’ultima settimana. E’ la più intensa dopo “la guerra dei quattro giorni” del Nagorno-Karabakh del 2016. Non è la prima volta che l’Azerbaijan denuncia la violazione di pace da parte dell’Armenia. Quest’ultima, a sua volta, accusa l’Azerbaijan per il ferimento di un ragazzo e la morte di un militare lungo la linea di contatto della regione occupata, del Nagorno – Karabakh.
Le ostilità tra Azerbaijan e Armenia per il controllo dell’area Nagorno-Karabakh (territorio occupato dai militari armeni ma riconosciuto sotto il controllo azero) hanno avuto inizio nel 1988, anno in cui, la regione autonoma del Nagorno-Karabakh ha chiesto di essere parte della repubblica sovietica dell’Armenia invece di quella azera ,di cui, fino ad allora era stato parte. Nell’anno 1991 a Stepanakert è stata proclamata la costituzione della Repubblica del Nagorno-Karabakh. In seguito alla proclamazione dell’indipendenza è scaturito il conflitto che si è combattuto nella regione e a seguito del quale l’Azerbaijian ha perso il controllo.
Dal 1992 proseguono i negoziati per la risoluzione pacifica del conflitto all’interno del Gruppo di Minsk dell’OSCE. L’Azerbaijian sostiene l’integrità del suo territorio mentre l’Armenia tutela la scelta della Repubblica Separatista di distaccarsi dall’Azerbaijian.
La Repubblica del Nagorno-Karabakh, in quanto, non riconosciuta internazionalmente come entità statale, non può far parte dei negoziati.