La Russia diventa il primo grande Paese a riconoscere l’Emirato islamico dell’Afghanistan. Il Cremlino rafforza i legami con Kabul nonostante l’isolamento internazionale del regime talebano.
La Russia ha ufficializzato il riconoscimento dell’Emirato islamico dell’Afghanistan guidato dai talebani. Lo ha confermato Zamir Kabulov, rappresentante speciale del presidente russo per l’Afghanistan, in una dichiarazione rilasciata all’agenzia statale Ria Novosti. “Lo abbiamo riconosciuto”, ha detto Kabulov rispondendo a una domanda della stampa.
L’annuncio è stato formalizzato a Kabul dall’ambasciatore russo Dmitrij Zhirnov durante un incontro con il ministro degli Esteri afgano Amir Khan Muttaki. A conferma della notizia, il ministero degli Esteri talebano ha definito il riconoscimento russo “un passo storico” e ha lodato la scelta di Mosca come “esempio per gli altri Stati”. “Questa coraggiosa decisione sarà un esempio per gli altri”, ha affermato Muttaki in un video diffuso dopo l’incontro, tenutosi il 3 luglio.
Il processo di riconoscimento si è completato con l’accettazione ufficiale da parte del viceministro degli Esteri russo, Andrej Rudenko, delle credenziali del nuovo ambasciatore afghano a Mosca, Gul Hassan Hassan.
Il riavvicinamento tra Mosca e il governo talebano è in corso da tempo. Già nel 2023, la Russia aveva rimosso i talebani dalla propria lista delle organizzazioni terroristiche. Più recentemente, nel luglio 2024, il presidente Vladimir Putin aveva definito il movimento islamista “un alleato nella lotta al terrorismo”.
La Russia è stata inoltre il primo Paese ad aprire un ufficio diplomatico a Kabul dopo la presa di potere da parte dei talebani nell’agosto 2021. Secondo fonti diplomatiche russe, l’Afghanistan potrebbe giocare un ruolo strategico come hub per il transito del gas russo verso il Sud-Est asiatico.
Nonostante il riconoscimento russo, l’Emirato islamico rimane isolato a livello internazionale, a causa delle gravi violazioni dei diritti umani, in particolare delle restrizioni imposte alle donne e alle minoranze. Tuttavia, diversi Paesi della regione sembrano adottare un approccio sempre più pragmatico nei confronti della leadership talebana.