Il presidente rilancia la deterrenza nucleare e fissa tre condizioni per aprire a una difesa condivisa.
Parigi – In un’intervista in diretta al telegiornale delle 20 su TF1, il presidente francese Emmanuel Macron ha toccato alcuni dei temi più sensibili dell’attualità europea, a cominciare dalla sicurezza del continente e dalla possibilità che la dissuasione nucleare francese venga estesa ad altri Paesi. Una dichiarazione, quella sul “parapluie nucléaire”, che riaccende il dibattito sulla difesa comune europea e sul futuro della deterrenza nel vecchio continente, specie alla luce della crescente incertezza sull’impegno statunitense.
“La Francia non pagherà per la sicurezza degli altri”, ha affermato Macron con fermezza, precisando che eventuali cooperazioni sul fronte nucleare non dovranno ridurre la capacità difensiva francese né intaccare il principio di comando: solo il Presidente della Repubblica – oggi Macron stesso – può autorizzare l’uso dell’arma nucleare.
La Francia, ha spiegato, sta già lavorando con Paesi “alleati” su questo tema, e non ha escluso che tra questi ci sia anche la Polonia, tradizionalmente legata alla protezione americana, ma sempre più attiva nella costruzione di un pilastro europeo della difesa.
In un passaggio particolarmente significativo dell’intervista, Macron ha anche dichiarato che la Francia è pronta ad avviare discussioni con altri Paesi europei sulla possibilità di dispiegare aerei da guerra francesi armati con testate nucleari nei loro territori, come già fanno gli Stati Uniti con le proprie forze in alcune nazioni della NATO.
“Gli americani hanno bombe sugli aerei in Belgio, Germania, Italia, Turchia”, ha ricordato Macron. “Siamo pronti ad aprire questa discussione. Definirò il quadro in modo molto preciso nelle settimane e nei mesi a venire”. Gli Stati Uniti, secondo le stime, custodiscono circa 50 bombe nucleari nella base turca di Incirlik, nel sud del Paese.
Cosa succede in Ucraina: aggiornamento quotidiano
La Francia, unico Stato membro dell’UE dotato di armi nucleari, si trova così al centro di una discussione sempre più concreta sull’estensione della sua capacità di deterrenza a beneficio dei partner europei, in risposta diretta all’aggressione russa in Ucraina. La Polonia, partner chiave di Kiev e forza in crescita all’interno dell’Unione, ha già espresso interesse a beneficiare della deterrenza francese.
Economia di guerra: “Più munizioni, più velocità”
L’intervista ha anche affrontato il tema dell’“économie de guerre”, termine tornato d’attualità in Francia e in Europa dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Macron ha rivendicato gli investimenti effettuati fin dal suo primo mandato: “Nel 2017 avevamo un budget per la difesa di 32 miliardi di euro. Oggi siamo a 50 miliardi”. Il capo dell’Eliseo ha poi citato l’aumento nella produzione di jet Rafale e la necessità di accelerare sulla produzione di munizioni.
“Dobbiamo andare più veloci e più forti”, ha dichiarato, menzionando anche il coinvolgimento del settore privato e l’organizzazione di incontri con potenziali investitori. L’obiettivo: rendere l’industria della difesa europea autonoma e reattiva.
Ucraina: “La prima garanzia di sicurezza è un esercito ucraino forte”
Sull’Ucraina, Macron ha ribadito l’impegno europeo a sostenere Kiev nel lungo periodo. “Dobbiamo continuare a formare, equipaggiare e accompagnare l’Ucraina”, ha detto, “perché possa contare su forze solide anche tra due o tre anni, quando la Russia potrebbe tentare un ritorno sul campo”.
Il presidente ha evocato anche la possibilità di dispiegare forze preposizionate lungo la linea del fronte – un’ipotesi discussa nei mesi scorsi – specificando che si tratterebbe di operazioni congiunte a scopo di “rassicurazione”, già condivise con Regno Unito, Francia e altri alleati.
“Evitare una terza guerra mondiale”: Macron punta sul cessate il fuoco
Nonostante il sostegno militare, Macron ha insistito sulla necessità di evitare l’allargamento del conflitto. “Non vogliamo una terza guerra mondiale”, ha dichiarato, sottolineando che la priorità è arrivare a un cessate il fuoco per creare le condizioni umanitarie e politiche per i negoziati. “La guerra deve cessare e l’Ucraina deve essere nella posizione migliore possibile per trattare”.
Nuove sanzioni contro Mosca, con il supporto di Trump
Reduce da una missione a Kiev insieme ai leader di Germania, Polonia e Regno Unito, Macron ha annunciato l’intenzione di varare nuove sanzioni contro la Russia se Mosca non rispetterà l’accordo sul cessate il fuoco di 30 giorni. “Abbiamo già preso diverse decine di misure, ma siamo pronti a intervenire ancora, in coordinamento con gli Stati Uniti”, ha affermato.
Colpisce, in questo contesto, il riferimento diretto all’ex presidente Donald Trump – oggi di nuovo alla Casa Bianca – che avrebbe dato il suo via libera alla linea europea. “Abbiamo coinvolto anche lui”, ha detto Macron, a testimonianza di un asse transatlantico ancora solido, almeno sul dossier ucraino.
Putin atteso a Istanbul, ma Parigi non ha informazioni
Infine, intervistato sull’annunciata visita del presidente russo Vladimir Putin a Istanbul nei prossimi giorni, Macron ha risposto con cautela: “Non abbiamo informazioni privilegiate. È una proposta di Mosca”.
L’intervista a TF1 conferma il ruolo centrale della Francia nella sicurezza europea. Ma con una nota chiara: Parigi non è disposta a pagare da sola il prezzo della deterrenza, e vuole che anche gli altri Paesi facciano la loro parte. Una visione che rilancia il tema, ancora irrisolto, dell’autonomia strategica europea.