L’umiliazione di Putin

Le offensive degli 007 ucraini dell’ultima settimana sono un’umiliazione per Putin. Il presidente russo non può nascondere che i servizi di Kiev si muovono e fanno quello che vogliono a casa del dittatore di Mosca. Il Cremlino mette alla prova Trump.

L’umiliazione di Putin comincia alla vigilia dei colloqui senza esito di Istanbul tra russi e ucraini dello scorso due giugno. Ne abbiamo parlato in questo post. Droni ucraini hanno distrutto 40 aerei militari russi in una base militare vicino alla Siberia. Gli aerei sono parte della flotta russa che lancia raid sull’Ucraina. L’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Kaja Kallas, rincara la dose sull’umiliazione di Putin. “Droni costati migliaia di dollari sono stati usati e hanno distrutto aerei russi costati milioni di dollari”.

L’umiliazione di Putin non si ferma qui. Il giorno dopo i colloqui di Istanbul, gli 007 ucraini fanno saltare per aria un pilastro del ponte sullo stretto di Kerch, che collega la Crimea alla Russia. E’ la terza volta che viene colpito. L’azione ricorda quella di James Bond ed eseguita con oltre 1100 kg di esplosivo. La notizia dell’esplosione è accolta con tripudio tra le centrali militari ucraine. Molto meno al Cremlino dove a Vladimir Putin tocca per il momento leccarsi le ferite.


La vendetta di Putin


La prima reazione che arriva da Mosca è la richiesta alla comunità internazionale  di una condanna dell’Ucraina per le incursioni sul territorio russo di questa settimana. Una situazione paradossale se si pensa che l’aggressore dell’Ucraina Putin pretende di essere vittima e di far valere il diritto internazionale.

Putin gioca inoltre la carta di agire sugli Stati Uniti e chiede a Washington di condannare pubblicamente le azioni degli 007 ucraini. Il dittatore russo mette alla prova Donald Trump. Vuole vedere fino a che punto è disposto a difendere l’Ucraina e fino a che punto vuole mantenere i buoni rapporti con la Russia. In un colloquio telefonico tra i due presidenti, Putin spiega a Trump che non vuole trattare con gli ucraini, definendoli terroristi. Gli dice anche che di cessate il fuoco non se ne parla nell’immediato perché prima vuole la vendetta per l’umiliazione subita.


Il ponte di Kerch, o ponte di Crimea è il gioiello di Putin perché è stato realizzato dopo l’annessione della penisola ed è il simbolo dell’integrazione della Crimea con la Russia

(Notiziario Estero, 11 ottobre 2022)


Se qualcuno avesse ancora bisogno di qualche prova per dimostrare la malefede di Putin questo è il momento giusto. La leadership russa non vuole nessuna pace, non vuole cercare soluzioni. Ha in mente solo l’aggressione e il rovesciamento degli equilibri internazionali. E in gioco non c’è solo l’Ucraina. C’è una volontà malata di avere un’egemonia politica e militare sull’Europa. Fa bene l’Ue a mostrare il volto duro perché ha già sperimentato in passato i tentativi di mediazione con i nazi-oligarchi che tengono in pugno i russi. Come con Hitler, l’unica voce che possono capire è quella del più forte. Non è più tempo di appeasement in Europa. Non è più tempo di farsi prendere in giro. Ora tocca a Donald Trump aprire gli occhi e risvegliarsi dall’illusionista di Mosca.

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