La politica internazionale in Europa tra il 1870 e il 1890

Una guida per capire la politica internazionale in Europa alla fine del XIX secolo. La diplomazia di Bismarck.

Il trattato di Francoforte del 10 maggio 1871 mette fine alla guerra franco-prussiana ma apre la porta a nuove tensioni che segnano la politica internazionale in Europa. La Germania del cancelliere Otto von Bismarck è riuscita a completare il suo percorso di unificazione. L’Alsazia e la Lorena, due terre di confine ricche di giacimenti minerari, vengono annesse alla Germania. Bismarck impone alla Francia la presenza di alcune guarnigioni tedesche in territorio francese. E Parigi deve pagare pesanti indennità di guerra alla Germania. A guidare la Francia c’è Adolphe Thiers, un repubblicano conservatore.

Il successo tedesco può diventare una mera illusione. La Francia punterà alla revanche alla prima occasione utile. Bismarck lo sa bene. Come sa benissimo che è sufficiente un governo più ostile rispetto a quello di Thiers per cambiare i rapporti di forza. Occorre quindi creare un sistema di equilibrio internazionale che garantisca la Germania da un possibile accerchiamento francese. Parigi, secondo il calcolo politico del cancelliere tedesco, potrebbe giocare la carta dell’alleanza con lo zar di Russia, approfittando delle ambizioni russe sugli Stretti e nei Balcani. La frustrazione russa per il mancato controllo del Bosforo e dei Dardanelli è un sentimento che torna utile ai francesi. Inoltre, la tensione latente tra Russia e Austria-Ungheria per i Balcani potrebbe spingere San Pietroburgo nelle braccia di Parigi. Occorre, pensa Bismarck, intervenire e agire in fretta.


La diplomazia di Bismarck e la politica internazionale in Europa

La sindrome da accerchiamento guida il cancelliere Otto von Bismarck nella costruzione della sua rete diplomatica e nella gestione della politica internazionale in Europa. Il pilastro del progetto architettonico bismarckiano è prevenire ogni tentativo francese di alleanze sul continente. Un rischio che si fa più concreto se nel 1873 il generale francese Maurice Mac Mahon dovesse sostituire Thiers alla guida del governo.

Mac Mahon è un conservatore cattolico. Bismarck è diffidente. I conservatori possono trovare un’intesa più facilmente con i russi per “vicinanza ideologica” e giocare la carta della revanche per la riconquista dei territori annessi alla Germania. Inoltre, il cancelliere non vede di buon occhio i cattolici francesi. La sua Kulturkampf, la battaglia per la cultura in Germania, è rivolta contro i cattolici. I vescovi francesi prendono una posizione molto dura verso la Kulturkampf. Bismarck non gradisce questa ingerenza. E’ questo il contesto in cui si sviluppa il Patto dei Tre Imperatori.


Il primo Patto dei Tre Imperatori (Dreikeiserbund)- 1873

Il patto consiste in due accordi separati. Il primo è del 6 maggio 1873 tra Germania e Russia. Il secondo arriva un mese dopo, il 6 giugno 1873, tra Austria e Russia. A quest’ultimo, la Germania aderisce nel mese di ottobre di quell’anno. Ecco i due accordi in maniera più dettagliata.

  • Accordo russo-tedesco (6 maggio 1873). E’ un patto difensivo: nel caso in cui uno dei due Stati sia attaccato da un terzo Stato, l’altro andrà in suo soccorso con un contingente di 200.000 uomini. L’intesa è in chiave anti-francese.
  • Accordo tra Russia e Austria-Ungheria (6 giugno 1873). E’ un’intesa che prevede consultazioni tra i due sovrani nel caso di destabilizzazioni dello status quo in Europa. La Germania, che aderisce a ottobre, si “copre le spalle” a est con il primo accordo e rinsalda la cooperazione tra i tre sovrani con il secondo accordo per governare eventuali tensioni tra Vienna e Pietroburgo nella regione balcanica.
  • Secondo quanto scrive Jean-Baptiste Duroselle (Histoire d’Europe de 1815 a nous jours), l’Italia aderisce al Patto dei Tre Impertori nel 1874.

Perché lo zar Alessandro II e l’imperatore d’Austria-Ungheria Francesco Giuseppe accettano di cadere nella tela di Bismarck? Le diplomazie a Pietroburgo e a Vienna comprendono benissimo l’interesse nazionale che muove il cancelliere prussiano. La Russia vuole evitare che si rafforzi la cooperazione tra i due imperi centrali rimanendo esclusa dall’alleanza monarchica. Gli austriaci ritengono che si possa aprire la strada all’estensione della loro influenza nei Balcani, appianando diplomaticamente le divergenze con i russi. Il calcolo politico però non fa i conti con gli avvenimenti che prendono piede tra il 1875 e il 1878.


Il primo Patto dei Tre Imperatori entra in crisi

Nel 1875 Mac Mahon è a capo del governo francese. Il Parlamento di Parigi approva una legge militare che aumenta il numero degli effettivi, dei battaglioni e degli ufficiali. Due anni prima è stata approvata una legge che impone la coscrizione obbligatoria. Quest’ultima non preoccupa gli ambienti berlinesi né tantomeno Bismarck. La legge del 1875 però crea inquietudini. Perché minaccia un aumento e potenziamento dell’esercito francese. Inoltre, il Thiers aveva versato quasi tutta l’indennità per i danni di guerra e stavano scadendo i cinque anni previsti dal Trattato di Francoforte in cui la Germania poteva mantenere proprie guarnigioni militari al di là del Reno in territorio francese.

Il cancelliere tedesco minaccia una guerra preventiva. La Russia fa intendere che in quel caso non interverrebbe in soccorso della Germania perché sarebbe una guerra di aggressione, fuori dall’ambito del trattato del 6 maggio 1873. Anche Vienna prende le distanze. L’imperatore non è vincolato a un intervento da nessun accordo. Chiede solo di essere “consultato” prima di un’azione di guerra come prevede il trattato del 6 giugno. Il patto dei Tre Imperatori dunque scricchiola. Bismarck fa marcia indietro. Secondo diversi storici il cancelliere non avrebbe fatto una guerra preventiva. Fu solo una mossa strategica per mettere alla prova la reazione della Francia. Ottenne però un effetto boomerang.

La crisi del 1877-78 porta al Congresso di Berlino e allo smacco diplomatico della Russia. Ne ho parlato in questo post.

Dal trattato di Santo Stefano a quello di Berlino. L’Europa nel 1878

La crisi inizia nei Balcani. Le rivolte in Bosnia Erzegovina fanno intervenire l’impero ottomano. La durissima repressione provoca l’intervento russo. Lo zar approfitta della circostanza e della indecisione delle altre potenze per intervenire contro il sultano. Il suo esercito è assediato a Plevna. La situazione si sblocca e avanza verso Adrianopoli e Costantinopoli. Il sultano chiede la resa e accetta le condizioni previste nel trattato di Santo Stefano del 3 marzo 1878. La Russia diventa l’attore principale dell’area balcanica e si avvicina agli Stretti. Le altre potenze non ci stanno e obbligano lo zar a rimettere tutto in discussione nel Congresso di Berlino (maggio-giugno 1878). Il quadro che esce è un’umiliazione per la Russia che vede stravolto ogni vantaggio conquistato sul campo e sancito a Santo Stefano. E’ la fine del primo Patto dei Tre Imperatori e la svolta della politica internazionale in Europa.


L’accordo segreto tra Austria-Ungheria e Germania (7 ottobre 1879)

Il fallimento del patto dei tre imperatori convince Bismarck che l’alleato russo è poco affidabile. Meglio puntare su una formula bilaterale con l’imperatore Francesco Giuseppe. Nasce così l’accordo segreto difensivo austro-tedesco. Un’intesa dei due imperatori contro la Russia. Se uno dei due Stati è in guerra con i russi l’altro mantiene una “benevola neutralità”, questa la formula usata nel trattato. L’Austria-Ungheria esce vincitrice. Nel caso di tensione con lo zar per i Balcani, Vienna sa di non essere sola e di avere le spalle coperte dalla Germania. Bismarck è un po’ meno contento. Voleva un accordo antifrancese ma l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe non lo concede. Il cancelliere tedesco fatica a convincere Guglielmo I, sul trono di Germania, a firmare un patto antirusso.


Il secondo patto dei tre imperatori (18 giugno 1881)

Il cancelliere riesce però a riproporre una nuova versione del vecchio Dreikersbund del 1873. Il 18 giugno del 1881, Germania, Austria-Ungheria e Russia firmano il nuovo Patto dei Tre Imperatori. Questa volta l’accordo non ha un carattere difensivo ma di “benevola neutralità”. Il cancelliere ripropone dunque la sua architettura diplomatica di isolamento della Francia in Europa e potenziamento dell’alleanza degli imperi centrali con la Russia. Lo zar accetta di firmare il trattato a causa delle tensioni con la Gran Bretagna che rischiano di portare a una guerra anglo-russa. L’espansione russa in Asia minore e nel continente sub-asiatico si è spinta fino all’attuale Afghanistan e alla Persia. Troppo vicini alle strade che portano all’India e Londra si sente minacciata. L’Austria-Ungheria invece ha mire espansionistiche in Bosnia-Erzegovina e vuole mettere le mani sulla Serbia. Il congresso di Berlino ha dato all’imperatore austriaco “l’amministrazione provvisoria” della Bosnia. Il Dreikersbund viene visto a Vienna come un avvallo a proseguire nella propria azione nell’area balcanica.


Triplice Alleanza (20 maggio 1882)

L’accordo porta l’Italia dentro il sistema Bismarck. Germania, Austria-Ungheria e Italia firmano il 20 maggio del 1882 il trattato della Triplice Alleanza. E’ un accordo segreto, rinnovabile ogni cinque anni in chiave difensiva e di neutralità. La Triplice Alleanza prevede che:

  • se la Germania viene attaccata dalla Francia, l’Italia entra in guerra a fianco della Germania. Nel caso siano i tedeschi a aggredire la Francia, Roma mantiene la neutralità.
  • se l’Italia viene aggredita dalla Francia, l’Austria-Ungheria interviene al fianco dell’Italia. Viceversa, se l’Austria è aggredita dalla Russia l’Italia valuterà a sua discrezione l’intervento militare o meno.

Dunque l’accordo prevede che l’Austria-Ungheria andrà in soccorso dell’Italia se quest’ultima è attaccata dalla Francia. Il governo romano però non avrà l’obbligo di intervenire a vantaggio dell’Austria se aggredita dalla Russia. La Triplice Alleanza sarà rinnovata fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

Il cancelliere Bismarck fa un altro piccolo capolavoro. Si copre le spalle non solo a est con l’Austria (che aveva rifiutato con l’accordo segreto del 1879 un’alleanza in chiave anti-francese) ma anche a sud con l’Italia. Perché il governo italiano fa questa mossa diplomatica? A Roma si teme un’offensiva francese dopo la crisi tunisina. Nel 1881, la Francia prende il controllo del Paese nordafricano dando una spallata agli italiani. Il timore è quello di azioni francesi nel Mediterraneo contro l’Italia per estrometterla dall’Africa del nord, e in particolare dalla Libia su cui Roma aveva ambizioni coloniali. L’Italia però in cambio della tutela austriaca rinuncia a rivendicare le terre irredente di Trento e Trieste. E’ una sospensioni temporanea, che poi esploderà di nuovo con più veemenza nel XX secolo.


Il calcolo politico e diplomatico di Bismarck

Con la Triplice Alleanza il cancelliere tedesco si sente al sicuro. Ha un accordo con l’Austria che lo difende dalla Russia. Uno con Russia e Austria che lo garantiscono, in modi diversi, dalla Francia. Uno con l’Italia che taglia le ali ai francesi da sud. Bismarck insomma ha raggiunto il suo obiettivo di isolare e imbottigliare i francesi, allontanando quella che era per lui la sindrome da accerchiamento franco-russa.

Certo il cancelliere non si fida del tutto dei suoi alleati. Sa che lo zar ha bisogno di capitali stranieri per la sua economia sgangherata e per il mantenimento dell’esercito. E le banche francesi potrebbero offrigli una spalla finanziaria interessante. Non c’è invece il rischio di un’intesa anglo-russa dal momento che i due Paesi sono ai ferri corti per la colonizzazione dell’Asia minore.

Il sistema bismarckiano però regge a stento. La prima crisi diventa un banco di prova per la tenuta del sistema. Questa avviene con la questione bulgara. Il Paese era stata ridimensionato al Congresso di Berlino del 1878. Le sue dimensioni di grande Stato di mezzo nei Balcani vengono riportate dagli altri Stati a condizioni normali. Sul trono viene messo Alessandro I, vicino alla famiglia dello Zar di Russia. I nazionalisti bulgari non sopportano la condizione di essere vassalli dei russi. Quando Alessandro abdica a seguito delle tensioni che si aprono all’interno del Paese e con le altre potenze, sul trono di Bulgaria viene messo il principe Federico di Sassonia-Coburgo, molto vicino all’Austria. La Russia subisce l’ennesimo smacco e aumentano i rischi di destabilizzazione del sistema.

Fuori dal sistema bismarckiano, ma comunque ben osservati dal cancelliere, c’è anche l’accordo anglo-italiano del 12 febbraio 1887. E’ un’intesa segreta con la quale le due potenze si impegnano a mantenere lo status quo nel Mediterraneo. Che voleva dire anche nell’Adriatico, nell’Egeo e nel Mar Nero. L’Italia si impegnava a appoggiare gli inglesi nella loro azione di estensione dell’influenza in Egitto. Londra si impegnava a appoggiare l’Italia in caso di azione volta a estendere l’influenza in Libia. Questo accordo è figlio della tensione dell’Italia con la Francia per la questione tunisina.


Il Trattato di Contro-Assicurazione (18 giugno 1887)

E’ il capolavoro bismarckiano e l’ultimo anello della catena di accordi stipulati dal cancelliere tedesco. Il 18 giugno 1887 Germania e Russia firmano il trattato di contro-assicurazione. Se uno dei due Stati è in guerra con un terzo Stato, l’altro manterrà la neutralità. Ma se il terzo Stato è l’Austria o la Francia, la neutralità sarà rispettata solo se si tratta di aggressione da parte austriaca o francese.

E’ l’ultimo accordo della diplomazia di Bismarck. Il cancelliere costruisce un sistema complesso che può funzionare solo se è lui a guidarlo. L’architettura di Bismarck inizia vacillare quando sale al trono di Germania Guglielmo II nel 1890. Non è uomo di grande spessore politico e diplomatico come lo era il padre Guglielmo I. Inevitabile l’attrito con il cancelliere che si dimette. Portandosi dietro anche il suo sistema di accordi diplomatici che non sopravvive al cancelliere. Bismarck lascia un segno importante nella storia delle relazioni internazionali. Fu a modo suo un rivoluzionario (come lo definisce Henry Kissinger nella sua Diplomacy), con una visione del mondo a tutto campo. Nessuno come lui aveva saputo così bene interpretare e comprendere gli interessi nazionali delle altre potenze e incagliarli in accordi politici che avevano sempre un solo obiettivo: tutelare la Germania.


Leggi anche: Cos’è la Santa Alleanza


Letture consigliate per approfondire il periodo:

  • Pierre Renouvin: Storia della politica mondiale (volume 6)
  • Jean-Baptiste Duroselle: Histoire d’Europe de 1815 a nous jour
  • Massimo Salvadori: Storia dell’età contemporanea (volume 1);

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