Perché il rublo russo crolla al valore più basso degli ultimi 16 mesi e tocca quota 100 al cambio con il dollaro.
Un dollaro americano costa 100 rubli russi. Dall’inizio dell’aggressione della Russia all’Ucraina, la valuta di Mosca tocca il valore più basso degli ultimi 16 mesi.
Quali sono le cause di questo crollo della moneta russa? Il punto di partenza è uno: l’economia russa è stata tenuta sotto pressione dopo l’invasione dell’Ucraina. Il pressing della comunità internazionale era comunque già cominciato nel 2014 quando Vladimir Putin decise di fare il colpo di mano annettendo la Crimea.
Sono cinque, a giudizio di chi scrive, i punti chiave per capire la crisi del rublo russo.
- Dal febbraio 2022, in Russia le importazioni hanno superato le esportazioni. Su questo ha influito il pesante regime di sanzioni economiche che la comunità internazionale ha imposto al commercio internazionale russo. Il deficit della bilancia commerciale estera, che si verifica quando le importazioni sono maggiori delle esportazioni, causa un deprezzamento della valuta come ci insegnano gli studi di teoria economica internazionale. Va aggiunto, come scrive Jane Foley, Ceo di Rabobank, intervistata dalla BBC, che il bilancio russo era comunque già in deficit da tempo. Le esportazioni russe dipendono in prevalenza da Cina e Turchia. Le sanzioni occidentali hanno quasi azzerato l’export russo nel mondo e limitato di molto quello verso Cina e Turchia. Inoltre, dall’inizio della guerra molti Paesi dell’Ue hanno tagliato l’acquisto di petrolio e gas russo fino a liberarsi dalla dipendenza degli approvvigionamenti energetici e cercando fornitori alternativi, oltre a fonti rinnovabili. Alla fine del 2022, il G7 ha introdotto la misura del price cap, un tetto alle entrate russe da esportazioni di petrolio, fissando il costo del barile al di sotto dei 60 dollari. Per queste regioni, c’è stato un forte calo della vendita di petrolio russo nell’area europea e in altri Paesi del mondo.
- In Russia è aumentata la domanda interna di prodotti bellici. Lo Stato ha richiesto un numero maggiore di commesse militari a sostegno dello sforzo bellico in Ucraina. L’industria della guerra è probabilmente il settore più trainante, a scapito di altri settori del sistema economico, influendo sulla crescita economica del Paese.
- All’inizio della guerra il rublo era già crollato ma è riuscito a matenere un valore costante grazie al controllo rigido sui capitali da parte delle autorità di Mosca, ma soprattutto ha retto il colpo con l’export di petrolio e gas.
- Nel corso di un anno e mezzo di conflitto, la valuta russa ha oscillato con alti e bassi, perdendo in media un quarto del suo valore rispetto al dollaro. Ma il 14 agosto il tasso di cambio ha dato un risultato sorprendente. Per cambiare un dollaro ci vogliono 101,90 rubli. Si tratta di un indebolimento importante, come dimostra il grafico della BBC (qui sotto) che illustra bene la situazione. Attualmente, Stati come la Cina, vicini a Putin, sono riluttanti a acquistare rubli.
- Tuttavia, la Banca Centrale della Russia dispensa ottimismo. In un comunicato ha sostenuto di non vedere alcuna minaccia alla stabilità finanziaria del Paese. Ha però annunciato che un aumento dei tassi di interesse è possibile, mostrando che qualche preoccupazione c’è. La Banca Centrale aveva già aumentato i tassi dopo l’attacco all’Ucraina, passando dal 9,5 al 20%. Poi è iniziato il ribasso progressivo. Ma dal mese di luglio 2023 si assiste a un indebolimento molto più rapido.
La crisi del rublo russo non è irreversibile e molto può cambiare nel giro di poco tempo. Di rilievo un’analisi di Russ Mould, direttore della Banca Aj Bell: “La debolezza del rublo deve essere anche considerata alla luce della forza del dollaro. La valuta americana guadagna terreno rispetto alle valute emergenti su tutta la linea”.