Cosa hanno in comune il neo presidente degli Stati Uniti e gli elettori britannici che hanno scelto Brexit lo scorso giugno? Entrambi si oppongono all’establishment di cui fanno parte. Quello di Bruxelles per gli inglesi, il sistema internazionale per Donald Trump.

Quando Donald Trump è stato eletto 45° presidente degli Stati Uniti, abbiamo assistito a una brusca frenata di tutti i mercati finanziari globali.
La chiusura in negativo delle piazze affari del mondo non ha provocato shock finanziari. Più probabile invece che a subire uno shock siano le aziende di sondaggi. Queste, infatti, hanno sbagliato ogni previsione. Lo hanno fatto su Trump e Clinton così come, mesi fa, sul referendum per Brexit, cioè l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
E in tweet dello scorso agosto Donald Trump ha scritto che lo chiameranno “Mr. Brexit”. A cosa si riferiva il nuovo presidente degli Stati Uniti? Proviamo a spiegarlo.
Con la scelta di uscire dall’Unione Europea gli elettori britannici hanno preso una posizione ben precisa contro l’establishment di Bruxelles. Con la scelta di Trump, gli elettori americani hanno votato contro l’establishment internazionale che loro stessi hanno contribuito a costruire.
Donald Trump ha promesso in campagna elettorale di prendere a calci la “spazzatura” che sta a Washington ma anche di smontare l’intero ordine internazionale che gli Stati Uniti hanno costruito dal secondo dopoguerra.
A garanzia di queste promesse, Trump ha fatto aperture verso la Russia di Vladimir Putin, ha definito obsoleta la Nato, ha minacciato di ridurre il sistema di sicurezza che protegge alleati storici come Giappone e Corea del Sud.
Le posizioni del presidente Trump contro strutture e alleanze internazionali hanno naturalmente suscitato reazioni di autorevoli esponenti della politica internazionale.
Per il Ministro della difesa tedesco, Ursula von der Lejen, l’elezione è uno shock enorme che segna la fine della pax americana. Il ministro degli esteri svedese ha detto che: “Dopo Brexit e Trump l’anno che verrà sembra essere quello del disastro per l’Occidente”. Dello stesso tenore l’ambasciatore francese negli Stati Uniti Geraud Araud su Twitter: “Il mondo sta collassando davanti ai nostri occhi. Dopo Brexit e l’elezione di Trump ora ogni cosa è possibile”. Di commenti simili è piena la rete e i social network. E non si tratta di isterismo di sinistra. La maggior parte sono autorevoli e noti conservatori o esponenti della destra europea.
Ora dovremo solo aspettare per vedere a cosa porta la battaglia di Trump contro il sistema internazionale.
Ovidio Diamanti