Oltre 200 caccia bombardieri israeliani attaccano i siti nucleari iraniani. Ucciso il capo dei guardiani della rivoluzione. Netanyahu: “Siamo in guerra”. L’Iran risponde con tre ondate di missili su Tel Aviv e altre zone israeliane. Cittadini isareliani nei rifugi antiaerei.
All’alba del 13 giugno Israele ha lanciato l’attacco all’Iran. Oltre 200 cacciabombardieri con la stella di David hanno colpito i siti nucleari iraniani. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu non usa mezze parole e annuncia che Israele è in guerra. L’obiettivo è distruggere le centrali nucleari della Repubblica Islamica. Secondo Tel Aviv gli iraniani stanno producendo armi nucleari. Per questo hanno colpito il sito di Natanz dove ci sarebbe un arricchimento dell’uranio al 60%. Nei raid israeliani è stato ucciso Esmail Qaani, capo delle forze Quds, le Guardie Rivoluzionarie. Ali Khamenei, la massima autorità iraniana, lo aveva nominato come successore del generale Soleimani, ucciso da un’incursione statunitense ordinata da Trump nel 2020.
Qualcuno si chiede se l’esercito israeliano è in grado di sostenere l’apertura del fronte iraniano dopo quello a Gaza. Evidentemente sì. Il premier e i suoi falchi di guerra hanno sicuramente valutato tutte le potenzialità prima di lanciare un attacco contro uno degli Stati più potenti della regione del Golfo e dell’area mediorientale.
L’attacco di Israele manda a gambe all’aria il lavoro di Donald Trump e della diplomazia Usa che in questi mesi aveva tentato di trovare una mediazione sul nucleare con un round di negoziati che sono passati anche da Roma.
Cosa sappiamo del negoziato tra Iran e Stati Uniti (da Notiziario Estero, 16 aprile 2025)
La risposta dell’Iran non si fa attendere. Nel pomeriggio, Teheran lancia tre ondate di missili su Israele, obbligando i cittadini a correre nei rifugi antiaerei. La rappresaglia iraniana era attesa e non è certo finita qui. Ora nessuno può sapere fin dove si spingerà la guerra tra Israele e Iran.
Breve guida per capire il nucleare iraniano
