Il Qatar lancia un segnale importante. Continuerà a lavorare per trovare una tregua tra Israele e Hamas.
Al Forum di Doha, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani ha annunciato che il Qatar continuerà i suoi sforzi per fare pressione su entrambe le parti affinché raggiungano un cessate il fuoco. Lo Stato del Golfo ha svolto un ruolo chiave negoziando la pausa di una settimana nelle violenze alla fine di novembre, che ha consentito il rilascio degli ostaggi.
Israele ha dichiarato, a sua volta, di avere colpito oltre 22mila obiettivi a Gaza e che Hamas mostra segnali di cedimento. Tra gli obiettivi distrutti, ci sono infrastrutture di Hamas, tra cui tunnel, depositi di armi, centri di comando e lanciarazzi. L’esercito israeliano ha riferito di star combattendo contro Hamas a Jabaliya, Shejaiya e Beit Hanoun, nel nord, e a Khan Younis, nel sud di Gaza.
Intanto, il premier israeliano Benjamin Netanyahu critica la posizione anti-israeliana di Mosca, emersa nel colloquio telefonico tra il capo di governo di Israele e il presidente russo Vladimir Putin. Netanyahu ha anche criticato la collaborazione tra Russia e Iran.
Nel mezzo del conflitto arriva anche minacciosa la dichiarazione dei ribelli Houthi, sciiti filo-iraniani operativi in Yemen: “Colpiremo tutte le navi nel Mar Rosso dirette in Israele se cibo e medicinali non arrivano nella Striscia di Gaza”. Pronta la risposta a distanza di John Kirby, membro del Consiglio Nazionale di Sicurezza, che ha annunciato che gli Stati Uniti hanno l’obiettivo di dispiegare nel Mar Rosso asset militari in grado di scongiurare episodi simili”.
Non una invece mezzi diplomatici il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah, che ha sferrato un attacco con droni contro una base delle Forze di difesa israeliane (Idf) nel nord di Israele, ferendo un numero non precisato di militari.