Nel 2008 l’autorevole magazine britannico “The Economist” definiva il Ghana “un buon esempio per tutta l’Africa”. E’ ancora così dopo la crisi dell’economia mondiale?
Nel 1957 la Gran Bretagna decise di concedere l’indipendenza alla Costa d’Oro, così si chiamava il Ghana finché fu colonia inglese. Il risultato fu dovuto a un africano diventato il simbolo della lotta contro la dominazione britannica: Kwame Nkrumah, che divenne il primo Capo di Stato del Paese africano.
Cattolico, di etnia ashanti, Nkrumah fece notare presto il suo orientamento politico sulla gestione dello Stato. Le sue misure facevano del Ghana un Paese socialista ispirato al modello sovietico. Le sue decisioni imposero il monopartitismo, la censura della stampa, il predominio poliziesco.
Sotto il profilo economico il Ghana aveva un potenziale eccellente. Nkrumah però riuscì a avviare una profonda fase di declino economico. Istituì la nazionalizzazione delle imprese che portò al declino di alcune industrie ben avviate. Portò alle stelle il debito pubblico e uno squilibrio pesante nelle partite correnti.
Riuscì perfino a mettere in crisi il settore agricolo, il vero cavallo di razza dell’economia ghaniana. Soprattutto la produzione del cacao di cui il Ghana era il secondo produttore al mondo. Come esempio basti pensare che i proventi da vendita di cacao non riuscivano più a compensare il deficit commerciale del Ghana. Quella di Nkrumah fu un’esperienza politica disastrosa per il Paese.
Nel 1966 i militari misero fine al suo governo e costrinsero Nkrumah all’esilio. Iniziò per il Ghana un periodo di grande instabilità, con incarcerazioni di coloro che avevano sostenuto o collaborato con il precedente governo o simpatizzavano per il comunismo. Si avvicendarono in questi anni diversi governi militari e colpi di Stato.
La svolta avvenne nel 1979. Un giovane ufficiale, John Rawling, arrivò al governo con una giunta militare che resterà a lungo alla guida del Paese. Fu con Rawling che il Ghana affrontò una fase di risanamento economico. Ottenne anche grossi prestiti dagli istituti finanziari internazionali. Nel 1986, Rawling mise in moto anche una gigantesca riforma del sistema amministrativo, aprì agli investimenti esteri e privatizzò un gran numero di imprese pubbliche.
Sotto un profilo politico, Rawling passò dal sistema monopartitico al pluralismo. Con il nuovo sistema fu eletto presidente nel 1996 e rimase in carica fino al 2000.
L’inizio del 21° secolo fu difficile per il Ghana. Il Paese vide rallentare le sue esportazioni a causa di una crisi economica internazionale. Il calo dell’export ridusse la ricchezza nazionale. La difficoltà economica provocò un cambio di guardia nelle elezioni. Il candidato dell’opposizione John Kufour vinse le elezioni.
Il passaggio di potere non creò instabilità interna come siamo abituati a vedere negli stati africani. Fu una transizione pacifica simbolo di una maturità politica che molti altri Paesi non hanno ancora raggiunto. Kufour governò per otto anni all’insegna delle riforme. A aiutarlo una favorevole congiuntura economica e la cancellazione di parti del suo debito internazionale.
Nel 2008 le elezioni segnarono ancora un’alternanza politica. Vinse il candidato dell’opposizione a Kufour, John Evans Atta-Mills. Anche in questo caso tutto si svolse in modo pacifico. Mills morì poco dopo l’elezione e fu sostituito dal vice-presidente John Draman Mahama, che poi venne confermato come presidente nelle elezioni del 2012.
Intanto, l’economia del Ghana andava molto bene. Il Paese raggiunse nel 2012 una crescita pari al 14%. Cacao, oro, legname pregiato, petrolio, erano i punti di forza dell’economia ghaniana.
Su queste basi il Ghana è considerato per l’Africa lo specchio di un modello di sviluppo da seguire. Qualche problema però il Paese ce l’ha. Nel 2014 a seguito di problemi economici strutturali, il Ghana ha chiesto al Fondo Monetario Internazionale di partecipare a un programma di assistenza.
Nel 2008 l’Economist definiva il Ghana come “un buon esempio per tutta l’Africa”. Gli abitanti del Ghana sono molto orgogliosi della credibilità che hanno assunto nel continente africano. L’auspicio è che il rallentamento economico del Ghana sia solo momentaneo e che il Paese torni a essere il modello di sviluppo a cui guardano molti Stati africani. Molto dipenderà dalle elezioni del 7 dicembre 2016.