L’otto settembre della Francia. Il governo del premier Francois Bayrou rischia di cadere. Il primo ministro ha chiesto il voto di fiducia al Parlamento.
La Francia si prepara ad affrontare un nuovo terremoto politico. Il primo ministro François Bayrou ha annunciato una mossa tanto audace quanto rischiosa: sottoporre il suo governo a un voto di fiducia il prossimo 8 settembre. Un gesto che potrebbe segnare la fine del suo mandato e aprire un’ennesima fase di incertezza per il paese.
Secondo molti osservatori, Bayrou ha pochissime possibilità di ottenere il sostegno necessario all’Assemblea Nazionale. Se il voto dovesse andare male – e tutto fa pensare che sarà così – non gli resterebbe altra scelta che dimettersi. Una prospettiva che riporterebbe la Francia in una pericolosa zona grigia, senza guida politica chiara, in un momento già delicato sul piano economico, sociale e geopolitico.
La crisi attuale affonda le radici nella decisione del presidente Emmanuel Macron di sciogliere il Parlamento a luglio 2024, dopo la sconfitta alle elezioni europee. Un gesto che avrebbe dovuto portare “chiarezza”, ma che ha invece prodotto l’effetto contrario: un’Assemblea spaccata in tre blocchi inconciliabili – centro, destra populista e sinistra – rendendo impossibile la formazione di una maggioranza stabile.
Il risultato? Nessun governo riesce a durare. Michel Barnier, primo premier post-dissoluzione, è caduto a dicembre sotto i colpi di un’opposizione compatta contro la sua legge di bilancio. Ora sembra toccare a Bayrou fare la stessa fine.
Mentre Macron si concentra sempre di più sulla scena internazionale – apparentemente tagliato fuori dalla politica interna – il paese rischia di trovarsi ancora una volta senza rotta. E l’autunno potrebbe portare con sé non solo nuove elezioni, ma anche tensioni sociali difficili da contenere.
