Aziende americane e bielorusse firmano un accordo petrolifero che può cambiare gli equilibri delle relazioni internazionali. Stati Uniti e Bielorussia riaprono i giochi geopolitici.
L’accordo petrolifero tra aziende di Stati Uniti e Bielorussia rafforza le posizioni internazionali e economiche di entrambi i Paesi. Minsk gioca la sua partita tra il campo nordatlantico e quello euroasiatico. Washington dà una spinta alle aziende americane interessate a entrare nel mercato bielorusso e entra nel cortile di casa della Russia.
Cosa prevede l’accordo petrolifero?
L’accordo è stato firmato dall’agenzia Usa United Energy Trading con la compagnia bielorussa Getka e la società polacca Unimot.
L’intesa impegna la società americana alla consegna di petrolio alla Bielorussia. Le autorità di Minsk, a loro volta, aprono il mercato alle aziende americane. La Bielorussia ha già reso ufficiale l’acquisto di greggio dagli Stati Uniti.
Il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha detto che il patto si inserisce all’interno degli sforzi diplomatici e commerciali di Washington per migliorare le relazioni con il Paese dell’Europa orientale.
L’intesa è stata raggiunta, come ha riconosciuto il ministro degli esteri bielorusso Vladimir Makei, proprio grazie all’impegno del segretario Usa che ha incontrato a Minsk il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko sull’accordo petrolifero.
Perché l’accordo petrolifero?
La Bielorussia ha accettato subito la cooperazione con gli Stati Uniti perché è da tempo alla ricerca di una diversificazione delle sue fonti di approvvigionamento energetico. La strategia di Minsk è quella di evitare l’eccessiva dipendenza energetica dalla Russia. L’offerta americana offre quindi un’occasione ghiotta alle autorità bielorusse per staccare un pezzo della catena tenuta da Mosca. Inoltre, il governo di Lukashenko assicura una continuità lavorativa alle aziende bielorusse di raffinazione per il 2020 e gli anni successivi grazie alla stipula di contratti con le imprese petrolifere Usa.
Il Ministro degli Esteri bielorusso ha anche annunciato che Washington e Minsk stanno lavorando per aumentare i loro legami in altri settori. Nel governo sono in molti a pensare che è giunto il tempo di prendere in seria considerazione la possibilità di superare le contraddizioni tra la regione euroatlantica e quella euroasiatica.
Anche a Washington prende piede la convinzione che occorre andare oltre il tradizionale perimetro euroatlantico e potenziare i legami a est. Non siamo ancora a una vera e propria Ostpolitik, ma poco ci manca.
Come reagisce la Russia
A Mosca si guarda con preoccupazione alla scelta della Bielorussia. Lukashenko è uno storico e fedele alleato della Russia e del suo presidente Vladimir Putin.
La decisione del governo di Minsk è una conseguenza della scelta russa di tagliare le forniture di greggio alla Bielorussia a gennaio 2020. Fu una rappresaglia del Cremlino dopo che alti funzionari bielorussi contestarono i prezzi del petrolio russo e il processo di integrazione economica con la Russia. Putin ha avviato nel 2015 (vedi articolo qui sotto) un progetto di unione economica di Paesi dell’Europa orientale e dell’area caucasica.
Putin propone l’euro dell’Unione Economica Euroasiatica
La chiusura dei rubinetti petroliferi russi non ha fermato l’approvvigionamento per la Bielorussia. La Russia forniva l’80% di greggio. Norvegia, Arabia Saudita e Azerbaijan hanno cominciato a esportare petrolio nel Paese.
Intanto, Lukashenko ha ottenuto una piccola vittoria. Dopo il taglio russo delle forniture di petrolio, Putin ha offerto al presidente bielorusso in un incontro a febbraio condizioni economiche vantaggiose e compensazioni per la ripresa degli scambi sul greggio. La proposta poi è rimasta in sospeso.
Al Cremlino non devono avere preso bene la situazione. Soprattutto per questioni legati agli equilibri geopolitici. In Europa orientale e nella regione caucasica si gioca una partita energetica di rilevanza mondiale a colpi di pipeline e grandi arterie petrolifere.
Inoltre, l’avvicinamento diplomatico Washington Minsk infastidisce la diplomazia russa. Il Cremlino teme di perdere un alleato nella sua orbita e l’intromissione americana negli affari economici del cortile di casa della Russia. Dopo la cooperazione economica potrebbe arrivare la Nato o governi troppo filo-americani. Uno scenario che Mosca sta già vivendo con l’Ucraina.
Il vuoto dell’Europa
Ma dove sono l’Unione Europea o i Paesi dell’Europa? Nell’affaire tra Stati Uniti e Bielorussia è assente del tutto l’Europa. Certo c’è la presenza dell’azienda polacca Unimot. Ma il governo di Varsavia ha avuto un ruolo del tutto marginale nella trattativa. I 27 di Bruxelles sembrano disinteressati alla questione. Che è quella diplomatica e di equilibri geopolitici. Non solo un affare di petrolio. Perché sono in gioco i rapporti con la Russia e le relazioni future a est.