Cos’è il Patto per l’Export firmato a Roma dal ministro Di Maio

Il Ministro degli esteri ha firmato alla Farnesina il Patto per l’Export. Un piano strategico per rilanciare le imprese italiane sui mercati internazionali.

Il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha firmato a Roma il Patto per l’Export. Il capo della diplomazia italiana ha ricordato che il Made in Italy può finalmente ricominciare a scaldare i suoi motori e a correre per rilanciare il sistema Italia. Grazie a numerosi contributi, idee e proposte di imprenditori, associazioni di categoria, addetti ai lavori, camere di commercio estero, il governo ha elaborato un piano strategico per l’internazionalizzazione del sistema produttivo italiano.


Cos’è il Patto per l’Export

E’ un piano di sostegno pubblico per le imprese che si affacciano sui mercati internazionali. Il governo mette a disposizione risorse pubbliche straordinarie per imprimere un nuovo slancio al sistema produttivo italiano all’estero. La firma del Patto è aperta a imprese, associazioni di categoria e operatori che vogliano condividere un percorso comune con il governo per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese.


La strategia

Il Patto per l’Export prevede una strategia di internazionalizzazione che si appoggi su sei pilastri.

  1. Comunicazione. Il tavolo tecnico che ha elaborato il Patto ritiene che qualunque strategia per internazionalizzare il sistema Italia passi da una grande operazione di rinnovo e potenziamento del brand Italia. Ci vuole, ha spiegato Di Maio, un re-branding nazionale e la costruzione di una nuova e forte narrazione dell’Italia all’estero.
  2. Formazione e informazione. Il governo punta a dare sostegno a tutte quelle imprese, in particolare le Pmi, che sono eccellenze ma non esportano né puntano ai mercati esteri. Spesso perché non hanno competenze o non sono formate. Per questo il ministero degli esteri propone l’introduzione di due figure: il temporary export manager e il digital manager. Viene creato anche un portale pubblico di accesso ai servizi per l’export.
  3. E-commerce. Per la crescita del commercio globale avranno un ruolo sempre più importante, dopo il Coronavirus, le piattaforme digitali. L’Italia deve cavalcare la rivoluzione digitale in corso. Il governo italiano si impegna a realizzare intese con le grandi piattaforme internazionali di e-commerce e a promuovere l’accesso delle Pmi a un numero maggiore di marketplace digitali.
  4. Sistema fieristico. Il Patto prevede il rafforzamento della partecipazione italiana a fiere e eventi di business internazionali. Il Covid impone il ripensamento in versione digitale di queste manifestazioni. L’Italia, ha spiegato Di Maio, non si tira indietro con sempre più eventi digitali, B2B virtuali, organizzazione di mini-fiere di settore e di fiere di filiera tra settori complementari.
  5. Promozione Integrata. Il governo rilancerà tutte le attività nei vari e diversi settori come parte di un unico sistema. Laparola d’ordine diventa quindi quella di fare sistema, di mettersi in rete.
  6. Finanza agevolata. Il governo italiano si impegna a mettere a disposizione delle imprese tutti gli strumenti possibili per finanziare gli investimenti: contributi a fondo perduto, finanziamenti a tassi agevolati, sistemi di garanzia, accesso a capitali di rischio. Un occhio di riguardo sarà riservato per le start-up e le imprese giovanili.

Le risorse economiche

L’insieme di risorse economiche disponibili a sostegno del Patto per l’Export consiste in circa 1,4 miliardi di euro. Sono suddivisi nel modo seguente:

  • 316 milioni di Euro per il Piano straordinario Made in Italy e per gli altri programmi promozionali dell’ICE (comprensivi di economie derivanti da annualità precedenti);
  • 600 milioni di Euro per il rifinanziamento del Fondo 394/81 (al netto dei rientri attesi sul fondo rotativo);
  • fino a 300 milioni di Euro per il finanziamento della componente a fondo perduto del Fondo 394/81, fino al 31.12.2020;
  • 82 milioni di Euro per le attività di promozione integrata ed il piano di comunicazione previsti dal D.L. “Cura Italia”;
  • 30 milioni di Euro per un nuovo bando in materia di temporary export manager e digital export manager, a cura di MAECI e Invitalia;
  • oltre 8 milioni di Euro, in favore della rete delle Camere di commercio italiane all’estero, a valere sulle annualità del programma “True Italian Taste”, per attività di promozione delle eccellenze agroalimentari italiane e di contrasto all’Italian sounding;
  • fino a 200 miliardi di Euro di garanzie statali per le imprese italiane attivabili attraverso la SACE, ai quali si aggiunge il potenziamento del sostegno finanziario all’export mediante l’assicurazione degli impegni in favore delle imprese italiane esportatrici da parte di SACE per il 10 per cento e da parte del Ministero dell’economia e delle finanze, per conto dello Stato, per il 90 per cento.

I documenti

Il ministro degli esteri ha presentato alla stampa 4 documenti che spiegano le linee guida e gli aspetti di maggiore interesse per le imprese. Li pubblichiamo qui di seguito:

Patto per l’Export

Patto per l’Export sintesi dei contenuti

Ebook Export una guida per ripartire

Il discorso del ministro degli esteri Luigi Di Maio


Il video della presentazione del Patto per l’Export

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