Notiziario Estero – Chiuse tutte le scuole e università dopo la morte di cinque studenti in manifestazioni. Cosa succede in Sudan.
Colpo di Stato in Sudan. Ultimo aggiornamento: (30 luglio) Il consiglio militare al potere in Sudan ha deciso di sospendere “e fino a nuovo ordine” le lezioni in tutte le scuole e le università del Paese dopo l’uccisione di cinque liceali durante una manifestazione del 28 agosto.
I fatti
- (24 luglio) I militari che controllano il potere in Sudan hanno annunciato di avere sventato un colpo di Stato e arrestato un numero non precisato di alti funzionari accusati di un complotto per riportare al governo il partito dell’ex-presidente Omar al-Bashir.
- (5 luglio) i militari che hanno preso il controllo del Paese e l’opposizione hanno trovato l’accordo. Sarà istituito un consiglio sovrano con il compito di avviare la transizione politica. La presidenza sarà a turno.
- (2 luglio) Interviene nella crisi del Sudan la mediazione dell’Etiopia. Un negoziatore dello Stato africano ha fatto un appello ai militari che governano il Sudan e all’opposizione di tornare a negoziare per trovare un accordo che conduca a elezioni e a un governo di civili in sostituzione di quello militare.
- (25 giugno) Gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere pronti a utilizzare tutte le opzioni possibili, incluse le sanzioni economiche, in caso di nuove violenze verso i manifestanti da parte del Consiglio Militare Transitorio che controlla il Paese dopo il colpo di Stato contro Omar al Bashir.
- (15 giugno) L’ex presidente Omar al-Bashir sarà processato. Su di lui pende l’accusa di corruzione. Due giorni fa la Procura ha formalmente incriminato l’ex presidente sudanese. Oltre a lui, i giudici stanno indagando sul possibile coinvolgimento di 41 alti funzionari che potrebbero essere stati parte dell’attività di corruzione e riciclaggio di Bashir.
- (13 giugno) La procura generale del Sudan ha formalmente accusato l’ex presidente Omar al Bashir di corruzione e riciclaggio di denaro. Bashir, destituito e arrestato lo scorso 11 aprile, aveva ammesso di essere responsabile dei casi di corruzione e riciclaggio che gli sono stati imputati dalla procura generale di Khartoum, rivelando anche i nomi delle persone coinvolte. L’ex leader sudanese era stato inoltre chiamato nelle scorse settimane a giustificare i suoi presunti legami con terroristi che hanno portato il Sudan ad essere inserito nell’elenco statunitense dei paesi che sostengono il terrorismo insieme a Iran, Siria e Corea del Nord. Il fondatore di al Qaeda, Osama Bin Laden, ha vissuto in Sudan tra il 1992 e il 1996. Di recente il capo del Consiglio militare di transizione (Tmc) che lo scorso 11 aprile ha destituito e arrestato Bashir, Abdel Fattah al Burhan, ha riferito che una delegazione sudanese avrebbe a breve visitato Washington per discutere della possibile rimozione del Sudan dalla “lista nera” Usa.
- (11 giugno) L’opposizione sudanese mette fine alla disobbedienza civile iniziata verso i militari e decide di tornare al tavolo negoziale. I militari, in cambio, promettono la liberazione di manifestanti.
- (9 giugno) Le forze di sicurezza sudanesi hanno lanciato gas lacrimogeni e sparato durante le proteste a Khartoum. Quattro manifestanti sono stati uccisi nella prima giornata, proclamata per domenica 9 giugno, di disobbedienza civile. L’opposizione al Consiglio Militare Transitorio che controlla il potere ha innalzato barriere in città.
- (6 giugno) La repressione della primavera sudanese da parte dei militari golpisti continua. Il massacro del 3 giugno a Khartoum, capitale del Paese, ha causato oltre 100 morti. Molti corpi sono stati gettati nel Nilo.
- (4 giugno): Il Consiglio militare di transizione (Tmc) del Sudan ha annullato tutti gli accordi raggiunti con la principale coalizione di opposizione del Paese ed ha convocato nuove elezioni, che si dovrebbero tenere entro nove mesi.
- (3 giugno) Sono 30 le persone uccise nell’attacco ad un sit-in degli oppositori davanti al quartier generale dell’esercito. Lo riferiscono gli organizzatori della protesta. I dimostranti che chiedono un rapida transizione dei poteri dalla giunta militare a un’autorità civile, dopo la fine dell’era del presidente Omar al Bashir, hanno annunciato di aver sospeso i negoziati con i militari.
- (26 maggio) Il capo del Consiglio Militare Transitorio, generale Abdel Fattah al-Burhan, che ha preso il potere in Sudan ha incontrato a Abu Dhabi il principe alla corona degli Emirati Arabi Uniti. Il principe ha garantito il suo sostegno al percorso di transizione in Sudan. Prima degli Emirati, il Generale ha incontrato le autorità egiziane e quelle saudite.
- (15 maggio) Trovata l’intesa dopo un mese di negoziati tra i militari che hanno preso il potere nel Paese e l’opposizione. L’accordo prevede una transizione di tre anni nel Paese. Al termine del periodo di transizione saranno indette elezioni per scegliere il primo governo dell’era post-Omar al-Bashir. Le conferme dell’accordo, riporta il quotidiano spagnolo El Paìs, sono arrivate sia dai militari sia dall’opposizione. I militari optavano per un periodo di transizione di quattro anni. L’opposizione per due anni. Il compromesso è stato trovato sui tre anni. Accordo anche sulla composizione del futuro primo Parlamento, che sarà composto di 300 seggi. Di questi due terzi spetteranno ai membri del movimento di opposizione che ha lottato contro l’ex-presidente. Un terzo agli altri partiti.
- (14 maggio) sono sei le vittime degli scontri tra forze di sicurezza e manifestanti a Khartoum. Le proteste sono organizzate contro il Consiglio Militare Transitorio che ha messo in atto il colpo di stato in Sudan il mese scorso.
- (13 maggio) Il procuratore generale di Khartoum ha formalmente accusato l’ex-presidente Bashir di avere causato la morte di alcuni manifestanti durante le proteste che lo hanno portato alle dimissioni.
- (8 maggio 2019) Il movimento di protesta sudanese ha lanciato una campagna di disobbedienza civile contro il Consiglio Militare Transitorio che ha rifiutato la proposta di un governo a Interim.
- (4 maggio 2019) Il generale Abdel Fattah Abdelrahman Burhan ha rilasciato un’intervista alla BBC. Ha dichiarato che l’esercito non ha intenzione di attaccare i manifestanti che protestano contro il il Consiglio militare transitorio che si è insediato dopo le dimissioni dell’ex-presidente Omar al-Bashir. Il generale Burhan ha anche aggiunto che l’esercito lascerà il potere e il governo del Sudan.
- Una manifestazione di protesta nel sudest del Paese è sfociata nella violenza il 4 maggio. La protesta era in corso nella città di Nyala, Sud Darfour, con 5000 partecipanti. I militari hanno sparato gas lacrimogeni contro i manifestanti. Secondo la Sudanese Professionals’ Association (Spa), l’organizzazione che ha coordinato le proteste contro l’ex-presidente Bashir e ora contro il Consiglio Militare Transitorio, ha dichiarato che si trattava di una protesta pacifica.
- E’ caos dopo il colpo di Stato in Sudan. Alla guida del Paese si è insediato il Consiglio militare transitorio, composto dai militari golpisti che hanno fatto dimettere e poi arrestare l’ex-presidente Omar al-Bashir. Il 17 aprile, Bashir è stato trasferito in un carcere di Khartoum dalla residenza in cui si trovava dopo il suo arresto. Il capo del Consiglio Transitorio, Abdul Fatah al Burhan, ha revocato lo stato di emergenza nazionale per tre mesi proclamato da Bashir a febbraio. Ha però ribadito che l’esercito cederà il potere a un governo civile entro due anni.
- Non si placano però le manifestazioni di piazza. Se i manifestanti prima protestavano contro l’ex-presidente, oggi vanno all’attacco contro il governo dei militari. Gli organizzatori delle proteste hanno chiesto al governo militare l’immediato passaggio di potere a un governo transitorio civile in attesa delle elezioni. E hanno minacciato di proseguire le dimostrazioni di piazza e tutte le forme di protesta pacifica fino a quando non raggiungeranno l’obiettivo.
- Il colpo di Stato in Sudan ha spazzato via in poche ore 30 anni di governo del presidente Omar al Bashir. L’esercito ha circondato lo scorso 11 aprile il palazzo presidenziale e dichiarato la formazione di un nuovo governo. I militari si sono così schierati dalla parte dei manifestanti che da mesi protestavano contro le autorità politiche di Khartoum.
- Le proteste sono esplose a causa di una situazione economica critica e un desiderio di riscatto democratico. A Bashir non è rimasta altra scelta che dimettersi. I soldati hanno poi proceduto al suo arresto e a quello di tutti i membri del suo esecutivo. I militari hanno anche occupato la sede della redazione radiotelevisiva del Sudan. Hanno poi proclamato uno stato di emergenza di tre mesi con coprifuoco notturno dalle due alle quattro del mattino.
- Per i generali sudanesi, il periodo di transizione politica durerà circa due anni. In questo periodo, il governo sarà presieduto da un consiglio militare.
- I militari hanno annunciato che viene sospesa la Costituzione del 2005, vengono sciolti non solo il governo nazionale, ma anche quelli locali e il Parlamento, con la chiusura di aeroporti, porti e confini fino a nuovo ordine.
- L’Associazione dei professionisti sudanesi, che ha guidato le proteste, ha respinto l’annuncio dell’esercito affermando che accetterà solo il passaggio di potere a un governo di transizione civile e ha esortato i sudanesi a continuare a protestare. Fonti dell’emittente emiratina Sky News Arabia riferiscono di disaccordo nell’esercito sulla nomina di Awad Bin Auf a capo del Consiglio militare di transizione.
- Proseguono i negoziati, avviati lo scorso 13 aprile fra giunta militare e movimento di protesta in Sudan che ha portato alla caduta del presidente Omar al-Bashir.
- Il movimento chiede lo scioglimento del Partito del Congresso Nazionale, quello di Bashir. L’Associazione dei professionisti sudanesi, uno di principali animatori della protesta, ha pubblicato una lista in nove punti con le richieste del movimento tra cui c’è quella di processare gli autori del colpo di Stato che nel 1989 portò al potere Bashir.