Cosa sappiamo della missione di Blinken in Medio Oriente

Quarta missione diplomatica in Medio Oriente del segretario di Stato Blinken dall’inizio della guerra.

Nel corso della missione diplomatica urgente in Medio Oriente, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato i partner arabi per sollecitare il loro aiuto nell’impedire che la guerra di di Israele contro Hamas a Gaza possa diffondersi.

Nelle discussioni con l’emiro del Qatar e il re della Giordania, Blinken ha parlato della necessità che Israele adegui le sue operazioni militari per ridurre le vittime civili e aumentare significativamente la quantità di aiuti umanitari che raggiungono Gaza, sottolineando l’importanza di preparare piani dettagliati per il futuro post-bellico del territorio palestinese, distrutto dai bombardamenti israeliani.

La missione – che lo porterà anche negli Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Israele, Cisgiordania ed Egitto prima del suo ritorno a Washington – è la quarta di Blinken nella regione dall’inizio della guerra.

Dopo una giornata di colloqui con i leader turchi e greci a Istanbul e Creta, Blinken ha incontrato il re di Giordania Abdullah II e il ministro degli Esteri Ayman Safadi ad Amman prima di recarsi a Doha per colloqui con l’emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani per cercare un sostegno agli sforzi degli Stati Uniti per evitare che la guerra possa travolgere la regione, aumentare gli aiuti a Gaza e prepararsi per una eventuale fine delle ostilità.

Il re Abdullah “ha messo in guardia dalle ripercussioni catastrofiche” della guerra a Gaza mentre invita gli Stati Uniti a premere per un cessate il fuoco immediato, si legge in una dichiarazione riportata da Apnews.

Il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha detto che Blinken e il monarca hanno concordato di continuare uno stretto coordinamento per ottenere assistenza umanitaria a Gaza.

La Giordania e altri stati arabi sono stati molto critici nei confronti delle azioni di Israele e hanno evitato il sostegno pubblico alla pianificazione a lungo termine, sostenendo che i combattimenti devono finire prima che tali discussioni possano iniziare. Chiedono un cessate il fuoco da metà ottobre, quando le vittime civili hanno cominciato a aumentare. Israele ha rifiutato e gli Stati Uniti hanno invece chiesto specifiche “pause umanitarie” temporanee per consentire l’arrivo degli aiuti e la messa in salvo delle persone.

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