Il ballottaggio conferma la vittoria del leader della destra brasiliana. Ma come sarà il Brasile di Bolsonaro? L’analisi dell’Ispi di Milano.
A partire dal primo gennaio 2019 Jair Bolsonaro sarà il nuovo presidente del Brasile. Lo confermano i risultati del ballottaggio di domenica 28 ottobre: staccando di oltre 10 punti percentuali il suo competitor Fernando Haddad, ex sindaco di San Paolo e candidato “in extremis” del Partito dei Lavoratori (PT) dopo l’arresto dell’ex presidente Lula da Silva, con il 55,2% dei voti il candidato conservatore di ultra-destra Bolsonaro, membro del Partito Social-Liberale (PSL), è oggi il leader della più grande democrazia latinoamericana. Per molti, una vittoria scontata: la sua ascesa ai vertici della politica brasiliana era risultata evidente già al primo turno elettorale del 7 ottobre, quando aveva sbaragliato tutti gli altri candidati con oltre il 46% dei consensi (contro il 29% di Haddad), sfiorando quella maggioranza assoluta che gli avrebbe permesso di essere eletto senza ballottaggio. Ma chi è davvero questo personaggio così controverso e divisivo? A cosa deve il suo successo elettorale? Qual è il Brasile che erediterà dai suoi predecessori? E quali sono le sue ricette per “salvare” il paese dalla crisi politica, economica e sociale in cui versa?
Ecco il focus dell’Ispi, l’Istituto di Studi di Politica Internazionale di Milano.